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Palline di naftalina, custodia di plastica e l’abito buono finisce in fondo all’armadio, verranno tempi migliori per rispolverarlo. Benché sia consunto e sgualcito, da nobile decaduta. Nell’agenda della Vecchia Signora non ci sono serate di gala in programma, nessun red carpet, né flash dei fotografi a immortalarne l’arrivo. Scarpe antinfortunistica, indumenti vecchi e guanti da lavoro: questo l’abbigliamento che si confà a chi ha come obiettivo quello di uscire dalle sabbie mobili, spingere l’auto in modo che esca dal pantano.
 
Il messaggio di Allegri è arrivato forte e chiaro, in due momenti diversi. “Bisogna fare i punti per la salvezza”, “Contro la Salernitana sarà uno scontro diretto”. La Juve ha fatto 38 punti in campionato? Vero. Il -15 è un’ingiustizia? Questo è il pensiero fisso dalle parti della Continassa. Poi, però, c’è il presente e la realtà, quella che vede la squadra bianconera nella metà bassa della classifica di Serie A. Una realtà che potrebbe trasformarsi in incubo, se si concretizzasse lo spauracchio di un’ulteriore penalizzazione. Ma adesso non è il momento di fare salti in avanti, ciò che conta è il qui e ora.
 
E il qui è ora della Juventus racconta di una squadra che deve togliersi ogni velleità di grande, accantonare un passato recente fatto di vittorie e record, e calarsi il prima possibile nella nuova dimensione di provinciale. Sembra scontato ma non lo è, soprattutto per un ambiente e calciatori che sono abituati a lottare per ben altri obiettivi.
 
Non c’è più e non ci sarà più spazio per rabone, giocate fini a sé stesse, passeggiate a centrocampo, per sottovalutare le partite contro le piccole. Vero, “il calcio è divertimento”, ma nella situazione della Juventus di divertente c’è davvero poco e servono contromisure. 11 piemontesi tosti, la voglia di lottare in mezzo al fango per uscirne, di fare una corsa in più per il compagno, di stendere l’avversario senza troppi complimenti, se serve. La voglia di vincere, con ogni mezzo necessario: questo e solo questo serve adesso.
 
Nelle urla di Allegri a fine Juve-Lazio c’è tutto questo. Nell’errore di Di Maria c’è tutto quello che non serve oggi. L’unico patto dello spogliatoio possibile è questo: chi sarà capace di calarsi nella nuova dimensione, senza snobismo, sarà un valore aggiunto. Per gli altri è pieno di spazi da riempire, sulla panchina bianconera.