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Massimiliano Allegri è stato durissimo. Un doppio scambio di opinioni con la squadra, un doppio confronto andato in scena sabato sera negli spogliatoi, poi ieri alla ripresa. Severissimo nel giudicare la prestazione collettiva, spietato nel bacchettare gli errori dei singoli. Come racconta Tuttosport, i due ko, contro Sassuolo e Verona, sono inconcepibili per lui e per la società. La squadra sembrava aver trovato un bel punto di partenza su cui ricostruire il carattere e l'identità bianconera, il sacrificio e la collaborazione, ma la Juventus si ritrova ora vuota, disunita e impaurita. Uno choc per Allegri e i dirigenti.

Così nasce la decisione di andare in ritiro, che non è una scelta punitiva, ma investigativa: Allegri vuole capire insieme alla squadra cosa è successo. Parlare guardandosi negli occhi e lavorando tutti insieme alla Continassa, senza viaggi di mezzo. La Juventus ha un problema atletico e questo Allegri lo sa: vede alcuni suoi giocatori senza benzina, ma gli infortuni frenano le turnazioni. Ma ciò che manca di più è lo spirito. La situazione, al momento, richiede molto pragmatismo: serve vincere prima ancora di guarire. Lo Zenit per conquistare gli ottavi di Champions League con due turni di anticipo, poi la Fiorentina. Perché la botta psicologica sarebbe importante e negli ultimi due impegni la Juve avrebbe la possibilità di gestire meglio le fatiche... mentali, soprattutto. Naviga a vista Allegri, tra la furia del momento e la voglia di cambiare tutto. In questo momento è l’uomo al comando delle operazioni, spalleggiato dalla dirigenza e dalla proprietà che non prendono e non prenderanno in considerazione il suo esonero. Questa volta non si torna indietro, scrive Tuttosport, i giocatori lo sanno e la dirigenza è pronta a ricordarglielo qualora servisse.