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Le parole di Federico Chiesa nella prima parte del documentario, disponibile da oggi su Amazon Prime Video, dedicato al suo percorso di recupero dall'infortunio.

QUI LA SECONDA PARTE

QUI LE PAROLE DEI MEDICI

KO - “Stavo per calciare, mi entra Smalling e sento una fitta pazzesca al ginocchio. In un primo momento pensavo mi fossi strappato un tendine, vado a terra e sento il ginocchio che si spegne. Entra il campo il dottore e gli ho detto che non mi sentivo più il ginocchio”.

TENTATIVO – “A bordocampo ho deciso di provare, ma ad ogni passo sentivo ‘stock’. Al primo cambio di direzione ho sentito questo suono ma più forte, come se il ginocchio uscisse dall’articolazione, mi sono accasciato a terra. Mani nei capelli, si avvicina Lorenzo Pellegrini e gli ho detto: ‘Me lo sono spaccato tutto’". 

REAZIONE – “Ho iniziato a piangere appena il dottore mi ha praticato una sorta di mossa per vedere se il crociato tiene o meno. Si è gelato e ha scosso la testa. Ho iniziato a disperarmi, a piangere, non servono neanche le parole in quei momenti”.

INNSBRUCK – “È venuta con me a Innsbruck perché la paura era tanta, il dolore anche. In quel momento mi sono detto: ‘È iniziato un calvario’".

CAMMINARE – “Per me è il giorno uno della riabilitazione, ho avuto le stampelle per sei settimane ed è come se non avessi mai lasciato l’ospedale perché avevo sempre bisogno dell’aiuto di qualcuno. Quando le ho mollate è stata una liberazione, non le sopportavo più. Abituato a correre a 37 km/h è stato veramente uno strazio”.

DOLORE – “Tante volte nell’allenamento mi veniva proprio male e invece ogni volta avevo la forza di farne un’altra, quello era proprio il riabilitarsi: andare oltre quando preferiresti mollare”.

LA FIDANZATA – “Per la partita d’addio di Chiellini, sono andato per la prima volta con Lucia. C’è stata questa conoscenza diversa dal solito, abbiamo iniziato a sentirci i primi giorni di gennaio. Io volevo vederla, solo che mi sono rotto il crociato e ho dovuto convincerla a venire a trovarmi, pensava che io fingessi il dolore. Preferiva ci vedessimo fuori, io le spiegavo che non potevo. Poi si è convinta e ci siamo incontrati a casa mia e ha capito che non potevo muovermi dal divano”.

FUTURO CON LUCIA - “Ho capito che ci sarebbe potuto essere futuro quando lei si è messa a disposizione per capire la mia situazione, mi ha aiutato. Ha visto le mie fragilità, ha visto uno dei momenti più bui della mia carriera, ha toccato con mano emozioni, fragilità, momenti difficili e questo ci ha unito tanto”.

POST INFORTUNIO – “Sono sceso in campo nell’addio di Giorgio, mi sono messo la divisa con le scarpe da ginnastica, ero emozionatissimo ma lei era più emozionata di me. Quando ci siamo conosciuti spiegarle la mia vita non era semplice ma credo di averle fatto capire l’emozione che provo quando scendo in campo e gioco a calcio”.

ELASTICO DI LUCIA – “Mi ha detto che anche quando ero in campo voleva avessi qualcosa di suo. Così mi ha dato questo elastico nero. Scherzosamente mi ha chiesto perché non esultassi per lei, cosi ho deciso che al primo gol avrei baciato il braccialetto. Non lo tolgo da quel giorno, non lo toglierò mai”.