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La Juve si mangia le mani, ma forse neanche basta. Bisogna arrivare fino ai gomiti per capire l'occasione persa stasera a San Siro. La sconfitta della Lazio era l'occasione giusta per volare a +10 e mettere praticamente le mani sullo scudetto. Il Lecce ha vinto 2-1 un quarto d'ora circa prima che scendessero in campo Milan e Juve. Una carica pazzesca per la squadra di Sarri, pronta a sfruttare il ko bianconceleste e infatti il 2-0 fino a mezz'ora dalla fine faceva pensare all'ennesima vittoria post lockdown.

CHE SPRECO - Poi... poi la Juve è andata in tilt e il Milan ha (quasi) riaperto il campionato. O meglio: i bianconeri non l'hanno chiuso. Un errore dietro l'altro per la squadra di Sarri, tre gol in cinque minuti segnati dai rossoneri. Un incubo, altro che +10. La sconfitta di San Siro lascia invariata la distanza tra le due squadre e riapre una piccola, minima speranza per la Lazio. Perché una vittoria bianconera avrebbe potuto affondare psicologicamente Immobile e compagni, che invece nonostante la sconfitta di Lecce sono ancora in corsa.

MAI PIU' - Vietato pensare di avere lo scudetto già in tasca. La serata di San Siro ha dimostrato che può succedere ancora di tutto: il tricolore non si allontana, ma non si è nemmeno avvicinato. E lì, in stand by. Non lontano, ma ancora da vincere. E giocando partite come quella contro il Milan si rischia una beffa che passerebbe alla storia. Arrivati a questo punto del campionato serve lo sprint finale per chiudere i giochi e pensare alla Champions, mandare la situazione troppo per le lunghe può diventare un rischio che sarebbe meglio non correre. Dalla ripresa del campionato la Juve aveva mandato un messaggio a tutti: siamo in forma e andiamo a duemila, non ce n'è per nessuno. Erano stati sistemati tutti i difetti e si vedeva anche un bel gioco. O così sembrava. Dopo la sconfitta di San Siro bisogna voltare subito pagina: ora non sono ammessi altri passi falsi, c'è uno scudetto (ancora) da vincere.