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Paris Saint Germain e Bayern Monaco hanno praticato un altro sport rispetto al calcio che si vede in Italia. E' la frase simbolo di queste ore, dai social alle firme più autorevoli del giornalismo sportivo, come Roberto Beccantini, che scrive di un gioco a "una velocità e a una precisione che nei nostri musei ci sogniamo". Tutto vero e tutto condivisibile. E lo è ancora di più se guardiamo alle difficoltà in cui è sprofondata la Juventus, che è stata per nove anni la capolista del nostro movimento. Nelle ultime due stagioni, i bianconeri in Champions hanno preso lezioni in modo indiretto sia da chi ha più soldi (il Psg), sia da chi ne ha meno (l'Atalanta, avversaria domenica in campionato), oltre che in modo diretto da squadre come Ajax, Lione e Porto.

SUPERATA DA TUTTI - Da una parte, la Juve è stata superata da società come il Psg e il Manchester City, che oltre ad essere più ricche dei bianconeri, hanno anche speso meglio i loro soldi, puntando su campioni giovani e sulla tecnica individuale, oltre che su un calcio propositivo. Contemporaneamente, i quasi ex campioni d'Italia sono stati scavalcati in Europa anche da chi, con meno risorse a disposizione, ha lavorato bene sui giovani e puntato sull'organizzazione di gioco, come l'Atalanta, non a caso la squadra italiana più 'europea' delle ultime due stagioni. 

EPPURE CON ALLEGRI... - E' un vero peccato per la Juve non aver proseguito quel percorso virtuso intrapreso fra il 2014 e il 2017, quando in Europa ha fatto benissimo, raggiungendo due finali nel contesto del peggior decennio di sempre del calcio italiano (rimasto anche senza Mondiali). In quegli anni la Juve di Allegri giocò anche bene (si ricordino i quarti con il Borussia Dortmund, la semifinale con il Real Madrid, il quarto di finale con il Barcellona, la semifinale con il Monaco), arrendendosi in finale solo alle due squadre più forti degli ultimi 15 anni, guidate dai due calciatori più forti di questa epoca, Messi e Ronaldo. Fatte le debite proporzioni, quelle due finali hanno un peso specifico molto simile alle coppe vinte dal calcio italiano quando era di gran lunga il più ricco e il più forte del mondo, facendo incetta di trofei europei con ben sette club (Milan, Juve, Inter, Lazio, Parma, Napoli e Sampdoria) a cavallo fra gli anni 80 e 90. 

E ADESSO? - In quattro anni, dal 2017 al 2021, la Juve è riuscita a dilapidare quel patrimonio, a causa di una serie di scelte sbagliate (societarie, sull'allenatore, sul mercato) che più volte abbiamo sottolineato. Risalire, ora, non sarà affatto facile, in epoca di crisi dettata dal Covid, con lo zoccolo duro italiano ormai agli sgoccioli e per giunta anche con un primato italiano da riconquistare.