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Sette. Il numero che i pitagorici ritenevano il simbolo della perfezione perché andava a chiudere il cerchio del completamento umano e spirituale. E questo settimo scudetto consecutivo conquistato dalla Juventus, oltre al sudore della fatica, possiede davvero una connotazione magica.

Sinceramente, a inizio stagione, il senso per il razionale mi aveva suggerito di mettere a tacere la voce del cuore e a presagire per la Juventus un campionato di assoluto rispetto ma, alla fine, non così trionfale. Lo avevo anche scritto, con una buona dose di voluto scetticismo, indicando nel Napoli il probabile vincitore del titolo. Una forma di scaramanzia, forse, ma anche di “logica” che poggiava sulla teoria dettata dalla legge dei grandi numeri e delle alternanze. Felice e fiero di essermi sbagliato.

Ora, nel momento della festa, credo sia necessario e doveroso mettersi sull’attenti per rendere giusto tributo a tutti i protagonisti di questa eccezionale performance agonistica. Dall’aiuto magazziniere, al presidente  Andrea Agnelli e al formidabile popolo dello Stadium per il suo incessante mantra di sostegno. Ma un segno di onore più specifico e più intenso deve essere destinato a quelli della “vecchia guardia” i quali, per differenti motivi, chiuderanno qui la loro leggendaria storia in bianconero.

Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio e Lichsteiner. Quattro italiani e uno svizzero dall’anima mediterranea. Saranno verosimilmente loro a uscire dallo stadio, dopo aver giocato contro il Verona, per non fare più ritorno a calpestare quell’erba anche lei un poco magica. Ci mancheranno. Hanno costruito, ciascuno a modo suo e per le proprie caratteristiche, il castello incantato che ha fatto da “casa” per queste fantastiche stagioni. Hanno cantato e, qualche volta, portato la croce. Hanno dato una valenza di autentica “italianità” alla Juventus dei campioni stranieri. Hanno svolto il ruolo di punto di riferimento e di metronomo per l’intero gruppo, specialmente quando l’impianto dava qualche segnale di cedimento. Hanno scritto di loro pugno la storia della “rinascita” dopo la sciagurata caduta all’inferno. Ora prenderanno strade diverse.

Buffon, a differenza di ciò che la “politica impedì a Zoff, entrerà nel Club Italia. Chiellini, il quale giocando ha trovato anche il tempo di laurearsi, sarebbe inizialmente un perfetto “secondo” per la panchina bianconera. Barzagli potrebbe andare a chiudere definitivamente la carriera come “vecchio maestro” in una squadra di giovani. Marchisio, uomo anche di immagine, lo ritroveremo come opinionista su qualche importante rete televisiva. Lichsteiner andrà a grattare il fondo del barile per il mondo lasciandoci l’immagine di un Claudio Gentile post-moderno. Tutti loro rimarranno per sempre nei nostri cuori. E’ la “vecchia guardia”, baby!

I loro numeri quest'anno sono nella nostra gallery dedicata.