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Conte e Allegri. Poi, Sarri. Staccato dai primi due, inevitabile per chi è soltanto alla prima stagione sulla panchina della Juventus. Ha vinto sì, ma in pochi sono rimasti soddisfatti della stagione dei bianconeri. Abituati a vincere lo scudetto a mani basse, con l'ex allenatore del Napoli in panchina hanno fatto un po' più di difficoltà. Fino a qualche anno fa il campionato lo "ammazzava" la Juve, non c'erano rivali che tenevano; stavolta, invece, per un attimo anche l'Atalanta sembrava potesse entrare nella corsa scudetto.

DIFESE A CONFRONTO - In Italia si dice che - di solito - la squadra che arriva prima a fine stagione è quella che ha subito meno gol. Tutto vero. E la Juve lo sa bee perché prima con Conte e poi con Allegri ha sempre blindato la porta: la BBC (Bonucci, Barzagli, Chiellini), per dire, è passata alla storia. Ecco, quello che di solito era un punto di forza negli anni precedenti è diventato un difetto: mai infatti negli ultimi otto anni precedenti la Juve aveva chiuso il campionato con così tanti gol subiti. Nelle stagioni 2011/12 (con Conte) e 2015/16 (con Allegri) addirittura erano state solo 20 le reti incassate in campionato. 

LE PRIME VOLTE - Lì davanti invece non siamo messi male, perché al primo anno di Sarri la Juve - in campionato - ha segnato più gol della stagione d'esordio di Conte (68) e del primo anno di Allegri (72). "Certo, ha Cristiano Ronaldo..." dirà qualcuno. Giusto, ma anche con l'attaccante portoghese in squadra, al suo primo anno in bianconero, l'anno scorso la Juve ha segnato 70 reti. Sempre meno rispetto ai gol fatti quest'anno. La filosofia degli altri due allenatori era quella di puntare tutto sulla difesa e i numeri parlano chiaro, ma se Sarri sistema qualcosa lì dietro l'attacco non sarà mai un problema.

MINIMO SFORZO - Non c'è riuscito, Sarri, a sfondare il muro dei 100 punti, impresa riuscita solo ad Antonio Conte nel 2013/14 quando addirittura chiuse il campionato con 102 punti. Ma Maurizio non arriverà nemmeno a 90, vincendo uno degli scudetti con meno punti degli ultimi anni. E infatti, la festa è partita in ritardo rispetto agli altri anni. L'anno scorso l'aveva vinto con cinque giornate d'anticipo: quest'anno, nello stesso periodo nel quale una stagione fa conquistava il tricolore, la Juve ha pareggiato 3-3 col Sassuolo. Segno che quella squadra che per anni ha dominato il campionato quest'anno se l'è presa un po' più comoda, arrivando "lentamente" al traguardo. Paragoni, numeri e statistiche. Conte, Allegri, Sarri. Cambiano gli allenatori ma il risultato è sempre lo stesso: Juve Campione d'Italia, un copia e incolla che va avanti da nove anni.