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Resiste il problema del calo fisico, ma resiste anche la questione delle palle ferme. La Juve si specchia nei suoi problemi, non per masochismo: è che deve risolverle, le questioni. Per mettere un punto concreto al termine delle salite e iniziare a correre col serbatoio finalmente pieno. Il fatto è che non pare esserci un modus operandi preciso, c'è soltanto un piano che Sarri ha già iniziato ad attuare. Dunque, tocca spettare? Se sì, ancora quanto tempo?

BRIVIDI - Ogni punizione sugli esterni, ogni calcio d'angolo, ogni volta che la Juve si ritrova a strattonare e a fare la vociona in area di rigore, puntualmente il brivido lungo la schiena s'inchioda e non va via. La difesa rischia anche perché impaurita, perché perde punti di riferimento e perché i gol di Madrid scottano, e forse lo fanno ancor di più quelli incassati con il Napoli. Insomma, c'è una cabala che gioca un fattore rilevante e un'opposizione bianconera che è ancora troppo dolce, mai realmente d'impatto. E Sarri s'incazza, pure giustamente. 

GLI ACCORGIMENTI - MS s'è arrabbiato perché non esiste una sua squadra che finisce puntualmente per abbassarsi, per andarsene in trincea dopo aver provato tutt'altro negli allenamenti. E' un atteggiamento deleterio, secondo lui. E' come attirarsi la sfortuna - e soprattutto gli avversari - verso i punti deboli, e magari dargli pure un corridoio di passaggio con tanto di tappeto rosso. E' un atteggiamento che ritorna, volenti o nolenti, anche sulle palle ferme. Ferme come le gambe dei bianconeri, spesso anticipati e sempre preoccupati. Il toscano ha ribadito che è un elemento su cui si sta lavorando, ma che emerge perché gli ultimi gol subiti sono arrivati così. Stavolta non c'entra niente l'influenza della rete subita: è un difetto che hanno palesato un paio di uscite di Buffon (e prima di lui Szczesny), una bucata di Demiral e una disattenzione di Danilo. Va risolto, e un maniacale come Sarri, nonostante le parole, lo sa perfettamente.