commenta
La gran prestazione di Cuadrado, le geometrie e il gol di Arthur, la dominanza di McKennie, il muro eretto da Chiellini, le parate di Szczesny... Questi sono giustamente i temi più evidenti della vittoria della Juventus ieri contro il Bologna. Ma andando a sviscerare con più calma la partita dell'Allianz Stadium che ha permesso ai bianconeri di accorciare in classifica sulle milanesi, c'è un altro fattore da non sottovalutare: l'ingresso in campo di Alvaro Morata.

CHE AFFONDO! - Il centravanti spagnolo è subentrato a Bernardeschi al 69' e due minuti dopo McKennie ha segnato il 2-0 svettando su un calcio d'angolo dalla destra. Una coincidenza? Non esattamente! Morata è entrato in un momento difficile per la Juve, che stava subendo il forcing bolognese, e appena la difesa ha sventato l'ennesimo pericolo è venuto a farsi dare il pallone nel cerchio di centrocampo, si è girato rapidamente e ha condotto la transizione palla al piede per una trentina di metri. Dopodiché ha allargato per Cuadrado e si è buttato dentro coi tempi giusti: il terzino colombiano gli ha servito un filtrante laser e Skorupski lo ha chiuso in extremis. Da lì il corner da cui è scaturito un gol made in Usa sicuramente, ma anche un po' fabricado en España.

FONDAMENTALE - Con questa azione, dove c'è tutto quello che deve fare una prima punta moderna, Morata ha dunque propiziato la situazione che ha portato al raddoppio juventino e cacciato i fantasmi di un Bologna che si era fatto parecchio arrembante. Un contributo passato (anche giustamente) in sordina rispetto a quelli citati a inizio articolo, ma emblematico dell'importanza di questo giocatore, che a inizio stagione ha tenuto a galla un attacco in enorme difficoltà, poi ha dovuto fare i conti con un fisico che gli ha implorato pietà, mentre ora si sta riportando a velocità di crociera.

A REGIME - Dopo i gol in Coppa Italia e Supercoppa, è ora per Morata di tornare a timbrare pure in campionato, dove è a digiuno da oltre un mese (il 19 dicembre realizzò il definitivo 4-0 contro il Parma dopo aver servito due assist nel primo tempo) e il suo score personale parla di sole 4 reti in 14 presenze. Intanto mister Pirlo si gode le sue giocate e sogna di averlo nel miglior spolvero possibile nelle notti di Champions, dove di solito si esalta: Oporto dista 23 giorni.