BILANCIO IN ROSSO - La holding, che fa capo al presidente e amministratore delegato John Elkann, ha chiuso i primi sei mesi del 2018 con un utile di 741 milioni di euro. Sui suoi conti spicca proprio la Juve, unica tra le partecipazioni insieme a Welltec a risultare in negativo: all’utile da 43,3 milioni del primo semestre della stagione 2017-18 è seguita la perdita di 62,2 milioni da gennaio allo scorso giugno. Un rosso che, come accennato, era già stato previsto e comunicato dall’assemblea degli azionisti del settembre 2017, la quale pronosticava un esercizio “fortemente influenzato dall’andamento dei risultati sportivi ed in particolare della Champions League”.
OBIETTIVO CHAMPIONS - I riflettori sono sempre puntati sulla Coppa dalle Grandi Orecchie, dal punto di vista sportivo ma anche e soprattutto economico. Basti pensare che l’esercizio 2017-18 del Real Madrid - che quel trofeo l’ha alzato per il terzo anno consecutivo - ha toccato quota 750 milioni di ricavi operativi, senza considerare i guadagni derivanti dalla cessione di giocatori. Dall’altra parte c’è una Juventus che cerca di consolidare la propria presenza in Europa, già prima dell’arrivo di Cristiano Ronaldo: un colpo che farà inevitabilmente lievitare i costi in vista del futuro, ma che potrà e dovrà costituire il trampolino per aumentare proprio i ricavi. Questo, ovviamente, per non rimanere “schiavi” del player trading e della ricerca continua di plusvalenze sul mercato. Le stesse plusvalenze (si veda Pogba al Manchester United) avevano peraltro influito sull’utile record del 2016-17. Bilancio in rosso e consapevolezza sempre più forte per la Juve: dopo CR7 non si torna più indietro, serve la Champions per rimanere grandi.
Bilancio Juve in rosso: sfoglia in gallery i numeri e i fattori determinanti (anche per il futuro)