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Sospendiamo, per qualche minuto, il gioco al massacro. Anche perché il gioco è già stato massacrato dai giocatori della Juve.

 Molti, soprattutto ex calciatori (da Cambiasso a Mauro) criticano l'idea del ritiro. Noi no. E non tanto perché sia la panacea di tutti i mali, l'apriti sesamo di ogni porta. No, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, un segnale va pur dato. Alla Juve non se la sentono di dare il benservito ad Allegri, soprattutto per una questione di soldi e perché sarebbe la sconfessione della strategia del Presidente, del contratto temerario e imprudente offerto all' allenatore. Per altro è una specialità della casa: vedi alle voci Pogba e Di Maria, per non parlare di Arthur, Ramsey e rinnovi capestro. Non se la sentono, ma siccome da qualche parte bisogna pur cominciare, è necessario scegliere nella platea dei “90 responsabili”, ovvero tutti, secondo quanto dice Andrea Agnelli.

E poi, nell' emergenza, che senso avrebbe far dare le dimissioni a Arrivabene o Cherubini o al magazziniere o al preparatore atletico? Il motore ha problemi, le vele pure, le scotte sono lise, ma se c'è una falla si ripara subito lo scafo a contatto col mare e la falla è la squadra a contatto col campo. Ora non è tempo di stabilire la rotta, di trovare il porto più vicino, a quello si penserà dopo. Va evitato il rischio del naufragio. Quindi, fare capire ai giocatori che è emergenza, che i giorni sereni, le pacche sulle spalle, i giochini a chi segna di più da fuori area alla Continassa, sono finiti non è sbagliato. Non è nemmeno sbagliato chiudere ogni colloquio su futuri rinnovi. E' il tempo del NO.

Non è questo il tempo di progetti futuri e se, come si dice, ci sono calciatori che passeggiano in allenamento e in partita (vedi Paredes), anche un po' di tribuna potrebbe far bene. Il vento deve cambiare.