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Non è più tempo di chirurgia estetica. Ritocchi e ritocchini non servono alla “Vecchia Signora”. È arrivato il momento del “ribaltone”. Proprio come quello che avvenne nel 1994 quando la Juventus venne affidata alle “cure” di Umberto Agnelli il quale in sala operatoria si affidò a Giraudo, Moggi e Bettega che, se non avessero perso la testa smarrendo il senso della realtà, sarebbero passati alla Storia per ragioni differenti da quelle che ne causarono il tracollo.

I problemi da risolvere sono tanti, ma non è quello del futuro allenatore bianconero il principale. La Juventus che rischia persino di essere lasciata fuori dalla Champions ha già perso la faccia a livello di immagine e anche un poco sul piano etico. Il suo attuale presidente Andrea Agnelli Pinocchio ne ha combinate di tutti i colori e peggio che il burattino di Collodi. Dalla questione della Superlega allo sgradevole “affaire” Suarez passando per la scommessa persa di Pirlo. Un altro, al posto suo, avrebbe già dato le dimissioni. Lui si ostina ad aggrapparsi ai braccioli della poltrona come un politico di vecchio stampo. Occorra che qualcuno lo rimuova e costui dovrà essere John Elkann.

Eliminate le radici “malate” si dovrà passare alla potatura dei rami tagliando di netto quelli rinsecchiti o contagiosi. L’incarico di presidente “senza portafoglio”, come fu per Giampiero Boniperti al tempo dell’Avvocato, potrebbe tranquillamente essere affidato a Marcello Lippi il quale sia per carisma e per esperienza non avrebbe alcun tipo di difficoltà nel gestire la società “alla Giraudo” ma con minor tracotanza. Per il ruolo di vice si dovrebbe spalancare la porta ad Alessandro Del Piero, l’uomo che non ha mai smesso di vivere nei cuori della tifoseria e che restituirebbe a livello internazionale alla Juventus l’intera dignità perduta. Per il ruolo “alla Moggi” il massimo sarebbe saper convincere Marotta a tornare. Missione complicatissima, ma non impossibile con Agnelli fuori dai giochi. Come per Del Piero, insomma. La strada più percorribile appare quella di Nasi.

Soltanto a questo punto si potrebbe pensare alla squadra e al suo nuovo allenatore. Diciamo le cose per quel che sono. Ronaldo, la sua ultima edizione di giocatore isterico e indolente, ha sinceramente stancato, mentre Dybala è tutto da recuperare e da reinventare. Su questi due nodi da sciogliere ruota l’intero programma a venire per la Juventus. Infine la questione del tecnico. Max Allegri andrebbe benissimo, però lui appartiene al passato e probabilmente una Juventus tutta nuova vorrebbe puntare su di un allenatore anche lui tutto nuovo. Sicchè il nome di Fabio Cannavaro, svezzatosi alla grande il Cina, appare plausibile. Una cosa è certa, anche se mette tristezza pensare ad una Juventus privata del cognome Agnelli. Il tempo è scaduto.