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Punto e a capo e la svolta. Un po’ come fu introdurre Mandzukic da esterno alto a sinistra nel tridente d’attacco. Contro la Sampdoria, Allegri ha cambiato volto alla Juventus – complice soprattutto l’infortunio di Rabiot – e ne ha tratto indicazioni che non potranno essere snobbate nel prossimo futuro. Prima di tutto, la presa di coscienza che il calcio è cambiato, speculare sul vantaggio può essere controproducente, così come abbassarsi e accettare la sfuriata offensiva degli avversari. Non funziona più, anche perché dietro si è persa quella solidità difensiva che per anni ha caratterizzato la Juve.

MODULO - Come titola La Gazzetta dello Sport: “Allegri mette le ali”. Dal 4-4-2, il tecnico livornese è passato ad un 4-2-3-1 che ha valorizzato le qualità di diversi interpreti. Primo di tutti Locatelli, che ha dato il via all’azione del gol di Dybala, prima di segnare il suo primo gol in bianconero, che si trova a suo agio nel centrocampo a due, affiancato da un compagno di squadra che ha compiti di interdizione, di rottura del gioco avversario, come lo può essere Bentancur. Al posto di Rabiot, Chiesa e, dall’altra parte, Bernardeschi. Uno schieramento che ha permesso di sviluppare la manovra offensiva sugli esterni e, soprattutto, ha dato a Dybala la possibilità di dialogare – sia centralmente con lo stesso Locatelli, che ai lati con Chiesa e Bernardeschi – e di non scendere fino alla trequarti juventina per prendere palla, esaurendo energie preziose in zona gol. Come chiude la Gazzetta: “Non vanno ignorati i segnali di ieri. Il buon Dio ha creato il mondo in 6 giorni. Nel suo piccolo Max, forse, ala sesta giornata ha gettato il seme della Juve che verrà.”