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Come racconta il Sole 24 Ore, a marzo 2020 la Juventus aveva chiarito che in caso di ripresa del torneo (poi avvenuta nell’estate del 2020), parte delle 4 mensilità per 85 milioni oggetto dell’accordo con 23 tesserati, sarebbe stata restituita. Cosa che è avvenuta attraverso varie formule e bonus a seconda della permanenza o del trasferimento ad altra squadra degli atleti. A luglio e agosto 2020, la società ha così concluso accordi individuali di integrazione dei compensi per 61 milioni da pagare tra le stagioni 2020/21 e 2021/22. Secondo le autorità di vigilanza e la società di revisione (peraltro con letture non sempre conformi tra loro, trattandosi di questioni tecniche complesse attinenti all’applicazione di principi contabili internazionali a società quotate), tuttavia, tali reintegrazioni di stipendi erano state concordate fin da subito tra società e giocatori e in quanto non incerte o condizionate avrebbero dovuto essere subito iscritte a bilancio. In questa direzione, per la Procura sono determinanti le scritture private e gli indizi emersi nel corso di perquisizioni e testimonianze.