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"Arthur si è allenato solo ieri con la squadra per un altro problema, Ramsey ancora a parte. Qualche problemino c'è stato."

Una dichiarazione, questa di Andrea Pirlo nella conferenza stampa della vigilia di Udinese-Juventus, che racchiude alcune delle difficoltà incontrate dalla sua squadra in questa stagione. Un reparto di centrocampo che non solo non ha lo stesso tasso qualitativo che ha caratterizzato gran parte del ciclo del decennio, ma che ha pure sofferto di diversi problemi fisici. Soprattutto per quanto riguarda i due giocatori sopracitati, che non sono mai stati utilizzabili con continuità.

Andando infatti a confrontare il minutaggio dei 5 centrocampisti puri nell'organico juventino, Arthur e Ramsey sono gli unici a non aver raggiunto i 2000 minuti complessivi di impiego tra tutte le competizioni: 1621' in 3' presenze per il brasiliano, 1543' per il gallese in altrettanti gettoni di presenza. Spesso infortunati, oppure non in forma, o semplicemente fuori per scelta tecnica.

Proprio quelli che, nel pacchetto mediano, dovrebbero essere i due elementi di maggior qualità. Rabiot infatti è un cursore, Bentancur un "geometra", McKennie un generoso tuttocampista. Mentre Arthur è l'unico regista del gruppo e Ramsey ha una facilità di tocco e di giocata che lo rese una pedina importante dell'Arsenal.

Insomma, se non hai mai la possibilità di poter inserire nei meccanismi di gioco i due centrocampisti che danno del tu al pallone più degli altri, possiamo ben capire da dove provengono alcuni dei problemi che ha avuto la Juve di Pirlo nel trovare un'identità di gioco efficace.

Per il match di domani a Udine sono stati convocati sia Arthur che Ramsey, ma per ora sembrano in vantaggio Bentancur e Rabiot nella probabile formazione, oltre a McKennie come "falso esterno". Da qui a domani possono cambiare le valutazioni e le condizioni. Così come da qui a fine stagione. Ci sarà bisogno delle qualità di tutti per portare a termine gli obiettivi stagionali.