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"La copertina è tutta dei ragazzi: capire i momenti delle partite significa essere squadra". E' l'ormai consueto commento social che, nei post partita, Massimiliano Allegri riserva ai suoi follower. Poche parole che vanno però al cuore di un macrotema: il calcio è fatto anche di letture, non solo di automatismi. Non esiste un calcio migliore di un altro, ma quello più funzionale a valorizzare le caratteristiche (tecniche e non solo) dei giocatori. Conta raggiungere l'obiettivo. A Wembley il tecnico bianconero ha dimostrato ancora una volta un intuito superiore alla media nel saper tastare il polso della gara, per capire come scuoterla. Non si parla qui di tendenza alla perfezione, ma di propensione a ridurre al minimo l'errore. L'undici iniziale, pur abbastanza obbligato, non ha pagato nell'atteggiamento e in alcuni protagonisti. Ma non si è perso un attimo per correggere ciò che non andava. 

CAPACITA' DI LETTURALa Juve maneggia più codici di gioco, sa rinnovarsi senza perdere la sua identità. L'allenatore non pretende di essere il padrone del telecomando: i giocatori non eseguono meccaniche istruzioni, ma mettono a frutto - seguendo le indicazioni dalla panchina - codici che gli appartengono e che hanno avuto modo di assimilare nel corso del tempo. Nei 90 minuti non perdono la facoltà di interpretare, potendo attingere a un ampio archivio di contenuti che gli è stato somministrato. "Capire i momenti delle partite", in sintesi, ha twittato Allegri. Sentendosi orgoglioso del suo lavoro. 

  QUESTIONE DI METODO - Va messa in chiaro una cosa: il termine di confronto per valutare il gioco espresso dalla Juventus non può essere il Napoli, decisamente più piacevole da ammirare. Ma l'estetica è filtro ingannevole, offre un punto d'osservazione limitativo. Sarri è maestro nell'insegnare automatismi, la gran parte del suo lavoro si svolge (specie senza gli impegni europei) dal lunedì al venerdì. Quando scende in campo, il Napoli sa benissimo cosa fare. Sviluppa un codice anche prevedibile, ma lo fa con qualità e velocità a volte sublimi. L'analisi del match c'è, ma è esclusivamente preventiva. Le caratteristiche dell'avversario e lo sviluppo della partita sono variabili indipendenti rispetto all'unico credo del tecnico, di cui i giocatori diventano straordinari interpreti grazie al lavoro in allenamento. Un vero piano B non esiste. Succede molto raramente, ma quando un pugno di sabbia finisce nell'ingranaggio c'è il rischio che si inceppi. Il Napoli recita nel weekend sulla base di un copione mandato a memoria durante la settimana. Oggi, oltre alla maggiore qualità dell'organico, la Juventus ha un vantaggio sulla sua più diretta concorrente scudetto: può vincere le partite anche comprendendole in corso d'opera

@pietroscogna