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"Liberati di Ronaldo, sta bloccando la crescita di squadra e società". Il consiglio di Max Allegri ad Andrea Agnelli emerge dalle colonne di Repubblica, che racconta un retroscena sull'addio di Max al club bianconero. Un suggerimento non seguito, si legge, perché "all’epoca i più credevano ancora che Cristiano fosse «l’affare del secolo»: la Juve aveva appena stravinto l’ottavo scudetto di fila, la coppa era andata male ma non per colpa di CR7 e sembrava che bastasse adeguare un poco il livello della squadra a quello del giocatore più forte per ripristinare l’alchimia che aveva prodotto cinque Champions tra Manchester e Madrid".

L'ESTATE SCORSA - "Al terzo anno di Serie A - si legge - la Juve è prigioniera di Ronaldo e Ronaldo della Juve. Sono vincolati a un matrimonio senza scappatoie, anche se Jorge Mendes è più di un anno che ne cerca: l’estate scorsa (ma era un’estate breve, strana, difficile) bussò a qualche porta e fece circolare la voce, ma non c’erano i tempi tecnici per mettere in piedi un’operazione dall’architettura complessa, perché magari Cristiano non è più il giocatore migliore al mondo ma è ancora il più pagato, se oltre allo stipendio netto (2,58 milioni al mese) si considerano i guadagni derivati dagli sponsor e dalle sue iniziative imprenditoriali: secondo Forbes incassa oltre 100 milioni l’anno (e in carriera ha superato il miliardo)". 

LA SITUAZIONE - La Juve resta quindi assoggettata a un 36enne alla cui presenza Agnelli ha dovuto cambiare tre allenatori, vedendo calare rendimento della squadra e qualità del gioco. E la Repubblica chiosa: "La forza della Juve è che mai nessun giocatore è stato più importante del club, anzi, ma CR7 ha ribaltato questa convinzione, si è preso libertà mai concesse ad altri: condiziona la tattica, pretende di non essere sostituito, decide le cadenze del turnover, batte tutte le punizioni anche se gliene viene una su 70, si permette di esautorare a gesti Allegri e Sarri e spesso è insofferente verso i compagni".