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Costantemente fermo nel mezzo. A metà tra l'addio e la permanenza forzata, tra la voglia di ritrovarsi lasciando Torino e la voglia di passare oltre che anche la Juve avrebbe. Eppure... Alex Sandro è sempre lì, ormai da qualche anno di troppo. Sì, perché del giocatore emozionante, straripante ed eccezionale visto nei primi anni a Torino è rimasto ben poco, sostituito quasi in toto da uno votato al compitino, che troppo spesso arretra invece che avanza, molto meno dinamico e che il bel piede a disposizione lo sfrutta meno del dovuto. Problemi di motivazioni? Voglia di cambiare aria? O semplice involuzione?

LA SITUAZIONE -  Le qualità le ha anche mostrate, eppure si sono spente insieme al suo apporto. Così, da diverse stagioni, è in discussioni, pronto con le valigie in mano per un addio che non si è mai davvero concretizzato. Il motivo? Il lungo contratto con la Juve e quei sei milioni di euro netti di ingaggio. La Juve ha provato a venderlo nelle sessioni si mercato passate, ma non c'è riuscita. E nemmeno a un anno dalla scadenza sembrano esserci pretendenti. Lui, però, punta ad andare in scadenza per strappare poi un contratto migliore, anche perché bloccando la casella di titolare (almeno nella voce spese per il club) ha sempre trovato spazio. AI cali di prestazione, infatti, non è mai seguita un'esclusione dalla squadra, ma che non faccia parte del progetto Juve, almeno da protagonista, è cosa nota. Un giocatore sostituibile, se si trovasse una via d'uscita. Il mercato è lungo, la Juve non chiude le porte. Alex Sandro resta fermo: ora o il prossimo anno, almeno a lui, per ora non cambia. Diverso sarebbe se Max Allegri dovesse decidere, per esempio, di escluderlo dalla lista Champions, ma i conti in questo senso sono tutti da fare, a rosa formata ed esuberi piazzati. Il piano bianconero è chiaro: cederlo per fare cassa e risparmiare anche i 6 milioni di ingaggio netti. Lui aspetta, senza fretta, fermo a metà. Anzi, bloccato.