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Una gara che vale tanto, tantissimo. Non tutto, perché dopo questa ci saranno altri 12 punti a disposizione nelle prossime cinque partite di Champions e per dirla alla Allegri ne serviranno 10 per passare il turno, ma molto più di quanto possa apparire leggendo Juve-Benfica. Lo snodo cruciale, il primo dell'anno, è arrivato e i bianconeri si presentano non al meglio, per usare un eufemismo. Eppure, altra chance non c'è: serve una vittoria, solo una vittoria. Senza gli spesso citati Chiesa e Pogba, ma anche senza Rabiot e Locatelli, oltre ad Alex Sandro. Chi ci sarà è invece Angel Di Maria, recuperato quasi in extremis per la gara. Ma come ci sarà?

IL PERCORSO - "In tribuna no, o in campo o in panchina - ha detto a Prime Allegri, che poi ha proseguito - Solo un allenamento con la squadra, difficilmente sarà schierato. E' importante". Una carta da giocarsi a partita in corso per un giocatore che inevitabilmente va centellinato. Fino a qui solo 147' in tre presenze, con un gol e un assist. La super partita con il Sassuolo all'esordio, poi lo stop al 66esimo. Fuori con Samp e Roma, dentro con lo Spezia per 36', per garantire qualità e aiutare a portare a casa il risultato (parola di Allegri), 45' con la Fiorentina prima di un nuovo stop. Ricaduta in quel problema agli adduttori che lo tormenta da inizio stagione e che gli permette di esserci solo a singhiozzi sul campo. Un trend che sia lui che la Juve sperano di interrompere presto, già da stasera.

LA NECESSITA' - Sì, perché prima della sosta mancano due partite e in entrambe Di Maria sarà fondamentale. Questa sera a gara in corso, per consolidare, cucire, ammaliare e decidere, contro il Monza dal 1' in una Juve che avrà fuori anche Milik e Cuadrado per espulsione. Insomma, il momento chiave lo deve vedere protagonista, del resto è stato preso proprio per questo. Non al meglio, recuperato all'ultimo, ma presente e la realtà racconta di una Juve aggrappata al suo talento. Anche perché quando c'è tutto cambia: la squadra si alza, gioca, dialoga, a Vlahovic arrivano più palloni e tutti ne beneficiano. Milik aiuta, certo, ma nell'idea di Allegri e della Juve il posto di spalla porta un solo nome e cognome. Il primo momento chiave è già arrivato, la Juve lo affronta con un Di Maria a metà, ma che anche così può e sa incidere.