40 SCUDETTI – E allora chissà che quaranta non possano essere anche gli scudetti della Juve prima che le altre possano toccare quota trenta. O ancora peggio, quota venti. Già, perché pure lasciando da parte l'eterna diatriba sulla conta degli scudetti (34 o 36 per la Juve, 17 o 18 per l'Inter), anche solo analizzando l'albo doro ufficiale, il distacco rimane abissale e destinato ad aumentare. Una corsa alla quarta stella, quella della Juve, che può anche apparire già lanciata: vero, Milan e Inter hanno (forse) finalmente ritrovato delle proprietà solide in grado di garantire investimenti per il presente e il futuro con dirigenti di primo livello. Ma (forse) ha ragione Nedved quando saluta il prossimo arrivo di Marotta in nerazzurro nello specificare come in campo poi ci vadano i giocatori. Il punto non è soltanto cosa potranno fare le milanesi, oltre al Napoli e alle romane, quanto cosa sia in grado di continuare a fare la Juve. Prima, per distacco, in termini di rosa, investimenti, fatturato, strutture, utilizzo del marchio e via dicendo. Prima, per distacco, in tutte e tre le aree su cui è stata suddivisa la gestione del club: ricavi, servizi, sport. No, non è solo Cristiano Ronaldo. È tutto il resto che sta vedendo la Juve correre praticamente da sola. Il fatto che lo faccia in campionato è solo una ovvia conseguenza. Pure perdesse questo tricolore, ipotesi oggettivamente remota, la corsa ai quaranta scudetti procederebbe senza sosta prima ancora che tutte le altre possano sognare quota trenta o magari sfiorare i venti. Perché mentre gli altri vivono di ricordi e veleni, la Juve vola via.
@NicolaBalice