VLAHOVIC - «Dusan è del 2000 e sta facendo molto bene con la Fiorentina e con la Nazionale. È il centravanti Under 21 del momento assieme a Haaland. Sinceramente in Vlahovic rivedo un po’ Vieri, mio compagno nella Juventus, nell’Atletico e nell’Inter».
DOVE ANDARE - «È un ragazzo intelligente, saprà prendere la decisione più giusta per lui. Poi, ovvio, se lo chiedesse a me, la mia risposta sarebbe scontata: consiglirei lui di andare alla Juventus, uno dei due club con cui ho vinto la Champions League e che porterò sempre nel mio cuore. Però... Una cosa è certa: con i serbi, e in generale con i giocatori dei balcani, difficilmente si sbaglia. Siamo gente che si adatta sempre bene ai cambiamenti. Guardate quel fenomeno di Corvino, dirigente con un fiuto immenso per i talenti, quanti affari ha fatto in Serbia. Non solo Vlahovic!».
JUVE INDIETRO - «Il calcio è fatto di cicli. Dopo tante vittorie e i molti cambiamenti dell’ultimo periodo, può succedere un avvio di stagione difficile. Non è la fine del mondo».
MA IN CHAMPIONS... - «Nulla è impossibile, nel calcio. A volte capita che, negli anni più complicati, una squadra se ne esca alla fine con un trionfo inaspettato».
PUPILLO - «Chiesa. Sono stato compagno di Enrico, suo papà, ai tempi della Sampdoria. Federico mi ricorda tantissimo il padre: nel modo di calciare, nei dribbling. Se davvero il figlio diventerà più bravo, sono sicuro che il più contento sarà proprio Enrico. Ai padri piace essere superati dai figli, è motivo di orgoglio».