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Vladimir Jugovic, vincitore della Champions League con la Juventus, ha parlato alla Gazzetta dello Sport: "Chi rischia di più? La Juve, non c’è dubbio. Per Tudor è un vantaggio iniziare la nuova avventura contro i bianconeri. Non tanto perché la Juventus è stata una sua ex squadra da giocatore e pure da vice di Pirlo. La verità è che se Tudor batte la Juventus dà una scossa incredibile a tutto l’ambiente, il modo migliore per partire e svoltare. Se al contrario dovesse perdere, non sarebbe una tragedia: è una cosa che ci può stare, no? A rischiare di più è Allegri, che deve invertire la rotta per tornare a fare punti come prima del crollo post derby d’Italia".

RENDIMENTO INCOSTANTE - "Nella prima parte di stagione, la squadra di Allegri è andata oltre le migliori aspettative. Ma l’aspetto più difficile nel calcio è mantenersi al top e avere continuità di risultati. La Juve è sempre la Juve, però nell’ultimo periodo non mi è sembrata quella originale e autentica.."

RISCHO CHAMPIONS - "Se non si sveglia e cambia marcia già contro la Lazio, rischia di complicarsi la vita per il ritorno in Champions. Io resto fiducioso perché conosco il dna del club. Nei momenti di massima difficoltà, quando in molti sono già pronti a farle il funerale, la Juve trova sempre la forza per rialzarsi. Se batte la Lazio in queste due gare ravvicinate, il finale di stagione può svoltare. La Juventus dovrebbe lottare per lo scudetto sempre, come impone la sua storia, ma la Coppa Italia è pur sempre un trofeo e vincerla sarebbe un bel segnale di ripartenza per la società

VLAHOVIC NO, CHIESA SI - "Ma avrà Chiesa, uno a cui basta una fiammata in contropiede per decidere la partita. Una grande squadra deve andare oltre le assenze. E a Vlahovic, vista l’espulsione sciocca rimediata contro il Genoa, un po’ di riposo farà bene, anche soltanto per riflettere...".

KOOPMEINERS - "È un bel centrocampista, abile in rifinitura e in zona gol. Dalla Juventus, però, mi aspetto un colpo meno pubblicizzato: tipo il Vidal dei tempi di Conte, Marotta e Paratici. O il Kvaratskhelia che Giuntoli ha portato al Napoli. Sono dell’idea che non serva sempre comprare giocatori: a volte bisogna pure crearseli".