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Aveva detto sì, Joao Felix. Aveva dato il suo personalissimo consenso ad arrivare sul pianeta Juve. Ed era capitato più o meno intorno a metà aprile, quando un altro blitz di Paratici aveva ulteriormente avvicinato il portoghese a Torino. Son passati cinque mesi, eppure pare un'eternità: vuoi perché alla fine Joao ha sposato l'idea del Cholo, vuoi perché all'epoca Agnelli era sicuro di tenere Allegri e Allegri era sicuro di tenersi la Juve. Una Juve per giunta senza Dybala. 

GIRI DI MERCATO - Alla fine, il destino ha preso le pieghe che conosciamo benissimo. Eppure, Felix - il cui idolo è indiscutibilmente Ronaldo - aveva dato apertura totale alla Juve. Sognava di giocare insieme a CR7, e non di giocarci contro come accadrà tra qualche ora. Non solo: aveva sposato il progetto di crescita prospettato dai bianconeri, l'aveva ritenuto assolutamente all'altezza di Manchester City, Manchester United, Real e Atletico Madrid. Da qui, la mossa di Paratici, che in occasione di Juve-Ajax aveva incontrato Mendes per imbastire l'operazione. Poi De Ligt rubò i cuori, e la Juventus perse la Champions, l'elemento e la provocazione del cosiddetto ribaltone tattico. Fosse finita diversamente, la gara dello Stadium contro i Lancieri, chissà cosa sarebbe successo sul mercato. Forse un Matthijs in meno, e uno Joao in più (ma senza Dybala).