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SPAGNA – ITALIA 7-1
 
Questo il parziale provvisorio del doppio confronto Champions tra Spagna e Italia (Juve-Real Madrid e Barcellona-Roma) nell’andata dei quarti di finale della competizione.
Uno strapotere quello spagnolo impressionante e che negli ultimi anni è andato via via crescendo in modo smisurato, creando un solco ormai quasi irrecuperabile tra i due paesi, sia a livello di Nazionale Maggiore che di club.
Ma da dove nasce questo divario?
Sicuramente da Calciopoli, dall’anno 2006. L’ultimo anno in cui il calcio italiano è stato davvero competitivo sia a livello di Nazionale che di Club.
Dopo di allora, salvo le imprese sporadiche di Milan e Inter in Champions League e qualche partita da ricordare della Nazionale, raramente i valori sono stati ribaltati.
Quella sete di condanna, di distruggere il precedente calcio, la squadra italiana più forte che lo comandava, i migliori dirigenti che la gestivano ha avuto solo la malaugurata conseguenza di partorire un nuovo calcio mediocre in cui i più bravi sono stati allontanati, messi da parte, per essere rimpiazzati da gente e calciatori di discutibile valore.
A tutto questo poi si è andata ad aggiungere la grave crisi economica che ha colpito il nostro paese e che è andata ad influire pesantemente sugli investimenti dei singoli club. Sono ormai lontani anni luce i faraonici investimenti degli anni 80’ e 90’.
Il calcio italiano, salvo imprese al di fuori dell’ordinario, è ormai destinato a stazionare nel limbo dei piazzati, solo a ridosso del podio dei più forti.
Le vittime di Calciopoli siamo noi tifosi italiani che abbiamo visto devastato e distrutto un intero movimento solo per un giustizialismo richiesto a dismisura da gente che invidiava i migliori.
Chi è causa del suo mal, però, adesso pianga se stesso.
 
IGNAZIO SCARDINA, un uomo perbene
 
Tanti anni fa mi colpì molto una pellicola nostrana “Un uomo perbene”, film in memoria dell’immensa ingiustizia sociale e umana perpetrata negli anni 80’ ai danni di Enzo Tortora; vicenda che all’epoca, in infanzia,  mi aveva colpito solo di striscio (dove ricordavo a malapena solo la simpaticissima sigla iniziale di Portobello) ma che rivissuta da adulto a distanza di tanti anni aveva avuto l’immensa forza di scuotere la mia coscienza: “e se capitasse a me una vicenda del genere? E se capitasse ad un altro innocente?”
Purtroppo Enzo Tortora non è stato né il primo né l’ultimo di un sistema giustizialista a prescindere che continuerà sempre a vivere negli animi dei mediocri, degli opportunisti o degli invidiosi.
Sistema che nel 2006, assetato di sangue, partorì “Calciopoli”, una delle più grandi ingiustizie mediatiche contemporanee del diritto italiano.
Telefonate intercettate con criteri random e vite rovinate a caso, a chi aveva avuto solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Una di queste persone è stata sicuramente Ignazio Scardina, ex caporedattore RAI, persona stimata e rispettata da tutti (o quasi...) nell’ambiente fino al 2006 e devastato invece poi nella carriera e nell’animo dalle accuse subite (alcune davvero a tradimento) per colpa di Calciopoli.
Accuse che poi nel corso del processo subito, come quasi anche tutte le altre rivolte ai presunti colpevoli, si sono rivelate infondate.
Ma ormai il danno era irreparabile e non si è potuto mai tornare indietro.
Ci sono persone come Ignazio Scardina che hanno avuto carriera e salute rovinata da queste accuse fasulle. 
Di tutte le persone ed organi di stampa o media che lo hanno infangato e processato, nessuno poi ha avuto il coraggio di riabilitarlo pubblicamente.
Nessuno ha smentito quanto scritto e detto per mesi anni prima.
E così queste accuse infondate in questi anni hanno aggravato la malattia di Scardina, fino ad arrivare ad una lenta e dolorosa morte.
Che la terra ti sia lieve Ignazio, chissà se i tuoi falsi accusatori pagheranno mai per il dolore che ti hanno provocato.
Chissà poi quante ancora saranno le ingiuste vittime di Calciopoli...