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L’estate 2018 sta andando ormai in archivio.
Il campionato è arrivato alla terza giornata con la Juventus già in fuga da capolista e il calciomercato chiuso ormai quasi da 1 mese; ma cosa ricorderemo in particolare di questa stagione?
Sicuramente il colpo Cristiano Ronaldo, da tutti ribattezzato come il “colpo del secolo”, che nonostante il normale periodo di ambientamento iniziale del calciatore ancora a secco ha elevato l’euforia dei tifosi bianconeri al massimo.
Certamente poi la consapevolezza che Marotta, Paratici e la proprietà juventina hanno allestito una super squadra e che Allegri quest’anno dovrà provare a vincere la Champions a tutti i costi.
Non solo però eventi felici ed euforici da ricordare in quest’estate ma anche tanta malinconia per due meravigliose storie bianconere che sono giunte al termine dopo tanti anni.
Poteva finire diversamente? Forse, anche se è sempre difficile separarsi dopo tanti anni e soprattutto trovare il momento giusto per farlo.
Certo, l'immagine dell'abbraccio intenso (nel corso di Juventus-Verona ultima partita dello scorso campionato) nel rivederla adesso diventa ancora più strappalacrime.
La storia di Buffon è nota. A 40 anni ci si aspettava che il suo addio alla Juventus avrebbe coinciso con il ritiro dal mondo del calcio. Niente di tutto questo invece. 
Addirittura super Gigi è andato a Parigi a difendere la porta della corazzata PSG con grandissima ambizione di vincere la Champions League in terra francese. 
Non un tradimento, certo, ma sicuramente chiedersi il perché se è ancora buono per un top team come la compagine francese non lo era più per la porta juventina ci può anche stare.
Trovarselo da avversario nel percorso #roadtoMadrid in Champions League potrebbe essere davvero traumatico. La speranza è di riuscire ad evitare un simile evento.
L’altra storia finita male (anche di più se possibile) è quella ovviamente più recente di Marchisio, campione cresciuto a pane e Juve e per il quale la maglia bianconera ha rappresentato una seconda pelle sin dall’infanzia.
Probabilmente dopo l’infortunio non era più lui e difficilmente sarebbe mai potuto tornare a certi livelli giocando così poco però ascoltare tra le sue parole d’addio dopo la rescissione “dispiace solo essere passato a volte per infortunato perchè non lo sono mai stato, però questo fa parte del nostro lavoro” fa male.
Ecco, sapere che una bandiera, un punto forte della recente storia bianconera sia stato fatto passare come infortunato quando invece non lo era non è davvero bello.
Ma ormai non ci scandalizziamo più. E’ il calcio moderno. E’ il calcio dove contano solo i soldi e il risultato finale.
E’ il calcio in cui Bonucci un anno prima saluta tutti e va a fare la star altrove con l’arroganza di “spostare gli equilibri” e l’anno dopo, con la coda tra le gambe, torna alla Juve rinnegando totalmente la precedente scelta per convenienza personale.

@stefanodiscreti