DELEGITTIMATO - "Eravamo imbattuti, ma ci fu una delegittimazione esterna assolutamente devastante verso di me. C'era già stata, il progetto iniziale prevedeva la presenza di Marcello Lippi a mio supporto, avrebbe dovuto fare il direttore tecnico. Eravamo entrati insieme in Nazionale, ma dopo la mia firma non c'era più. E' sparito per motivi di regolamento, ho fatto il doppio ruolo per un anno. Poi a fine stagione il presidente Tavecchio avrebbe ufficializzato la mia presenza come direttore tecnico, quindi avere un po' di potere per gestire una situazione simile. Ma si è ribaltato tutto, sono stato delegittimato. Successivamente è stato nominato Olivieri. Dimissioni? L'ho pensato, e in quel caso lì ho fatto un errore, pensavo che bastasse avere la squadra. In quel momento eravamo imbattuti, è stato uno dei miei tanti errori commessi in questi mesi".
RUSSIA - "Scelte tecniche sbagliate? Dopo la Spagna sì, senza dubbio. Ho sbagliato a non dimettermi la partita successiva alla Spagna, nella vittoria contro Israele per 1-0. Feci una riflessione seria, dopo 10 minuti lo stadio fischiava la Nazionale. Non ricordo sia mai successo. Quando ho sentito quei fischi, ho capito che qualcosa si era rotto. Come se avessimo già perso. Dopo la partita con la Macedonia mi sono dimesso, dissi che non avrei potuto continuare così. Era giusto prendere un'altra persona, c'erano giocatori appena arrivati. Devastante, ecco com'era il clima. Ma le dimissioni non sono state accettate. Avevo ufficializzato al mio staff che non sarei mai andato ai Mondiali, anche in caso di qualificazione con la Svezia. Per me era impossibile lavorare, chiunque fosse arrivato avrebbe avuto la possibilità di fare un lavoro migliore. Dimissioni post Svezia? Non volevo ammettere di essere l'unico responsabile, in sala stampa mi sono presentato da solo. Non volevo fare il capro espiatorio. Per questo motivo non mi sono dimesso. Non è vero che ho abbandonato il ritiro, è una cosa da querela. Questo ti dà l'idea del clima che c'era, parliamo della partita con la Svezia. Era impossibile da gestire per me. Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio, basta pensare a ciò che è stato detto, scritto, sono dispiaciuto per questo motivo. Ci ho creduto. Ho rinunciato a molte cose per andare in Nazionale. Ci andai con entusiasmo. Ho perso la partita con la Spagna e con la Svezia, le uniche sconfitte subite in un anno e mezzo. Mi sono messo nei panni degli italiani, stanno soffrendo molto ed è difficile immaginare i Mondiali senza l'Italia. Porterò per sempre questa sofferenza dentro di me, spero che Mancini sia messo in condizione di lavorare. Gli auguro di poter avere a che fare con delle persone che dicono quello che pensano, cosa che a me non è capitata. Tiferò Italia fino alla fine, nonostante tutto".