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"Eh ma l'arbitro...'. Questa la prima frase pronunciata da moltissimi tifosi italiani dopo la sconfitta di ieri sera contro la Svezia, che complica le cose in vista del Mondiale. Già, l'arbitro: alibi o giusta giustificazione, a seconda dei soggetti e delle situazioni, per tutti gli antijuventini. Ma conosciamolo meglio. 

Cüneyt Çakır ieri sera è stato l'arbitro di Svezia-Italia, quello di cui ci si è lamentati per le gomitate, per una scarsa gestione dei cartellini e per qualche concessione di troppo. La sua carriera pare da più lontano, però: arbitro turco internazionale, è stato spesso protagonista di partite importanti in Champions League, dalle semifinali alle finali. Già, le finali, mi pare di ricordarne una... ah, sì, ecco: Barcellona-Juventus, Berlino, 6 giugno 2015. Una ferita profonda per me, naturalmente. Ma chi fu il "fischietto" di quella partita? Sì, proprio lui, Cüneyt Çakır. 

Me lo ricordo bene. Il Barcellona era ancora gigante, la Juve coraggiosa di fronte al mostro, nonostante lo svantaggio. Siamo 2-1, è il 67'. Bisogna crederci. La Juve va via sulla destra con Tevez, palla in mezzo, c'è Pogba, attenzione, ora l'aggancia e segna. Dai. No, Dani Alves lo cintura, lo colpisce e lo stende. Due falli in un'azione sola, ma per il turco non c'è niente. Episodio chiave in una gara fondamentale, ma nessuno lo condannò, se non qualche voce fuori dal coro, punita a suon di insulti per questa sua natura. 

"E' un alibi, fino al confine", questo il ritornello dei poco coerenti tifosi avversari, felici nel non vincere nulla, anzi nel non giocarsi nemmeno tale prestigio. Ma ora la situazione si ribalta, il giusto Çakır diventa contestato, per qualche fallo un po' più duro, ma solo perchè di mezzo non c'è la Juve. Quanto è brutto non essere come me, la coerenza fugge da chi non ha la gobba.