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C’era una volta l’Ital-Juve, quella che negli anni ’70 aveva già preso la denominazione di Blocco e che prima ancora, nel lontano 1934, passò alla storia come Nazio-Juve. Diversi termini per indicare un medesimo fenomeno, il legame fortissimo tra il club bianconero e la maglia azzurra. Un rapporto che, nel day-after della mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale 2018, appare giunto più che mai al proprio anno Zero.

QUELLI CHE SALUTANO - Addio a Gigi Buffon e Andrea Barzagli: le lacrime del portierone e l’amarezza del difensore dopo la sconfitta contro la Svezia hanno sancito la fine della storia dei due con la maglia della Nazionale italiana. Una parabola che ha vissuto l’apice con Germania 2006, ma che si è colorata qua e là di soddisfazioni significative (come il secondo posto agli Europei del 2012 o la medaglia di bronzo alla Confederations Cup del 2013). Il saluto azzurro di Buffon e Barzagli non è che il preambolo a quello bianconero: il capitano appenderà i guantoni al chiodo a fine stagione, il contratto del centrale scadrà a giugno con diversi dubbi relativi ad un eventuale nuovo rinnovo. Ma il gruppo dei bianconeri italiani conta altre carriere in fase discendente. Si veda Giorgio Chiellini, che per primo ieri sera non ha voluto sbilanciarsi su un proseguimento della propria avventura in Nazionale, e Claudio Marchisio, la cui ultima partita in azzurro risale allo scorso giugno (amichevole contro l’Uruguay) e che ha visto ridurre notevolmente le presenze con la Juventus dopo il grave infortunio al ginocchio di due stagioni fa. C’è molta della loro delusione nello spogliatoio dei campioni d’Italia, unita alla consapevolezza di doversi rialzare subito con la maglia del proprio club: il tempo stringe per i “vecchietti” (“Anagraficamente questa rosa obbliga ad alcune riflessioni”, ha sentenziato Marotta) e anche la Juve dovrà presto fare i conti con il necessario ricambio.

I NUOVI... GIA' VECCHI  - Ripartire, dunque: il casting dei volti nuovi presenta già i primi candidati. Federico Bernardeschi, ad esempio, colpo da 40 milioni di euro che ha faticato finora a fare breccia nelle gerarchie di Max Allegri (283’ in campo, considerate tutte le competizioni). Il trequartista ex Fiorentina è stato impiegato per pochi minuti anche da Ventura nell’orribile serata di San Siro e il suo bottino con la Nazionale maggiore è di appena 13 presenze e un gol: dalla crescita con la Juve passerà anche la conferma nel nuovo ciclo azzurro. La sua, come quella di Mattia De Sciglio, “scomparso” dall’Italia da quasi un anno (l’ultima volta era il 24 marzo 2017, contro l’Albania). Senza dimenticare Mattia Caldara e Leonardo Spinazzola, talenti dell’Atalanta che in estate indosseranno la maglia bianconera. Anche per loro, c'è ancora tutto da dimostrare. Ed è un paradosso, visto che - nell’ipotesi migliore possibile - tutti parteciperanno per la prima volta ad un Mondiale come minimo alla “veneranda” età di 28 anni. Per quella data, la sensazione è che servirà ancora un rinnovamento. Il tempo stringe, per la Vecchia Signora del calcio italiano: la rivoluzione comincia oggi.

@mcarapex