3

Sei mesi di... Maurizio Arrivabene. Chiude i primi sei mesi della sua avventura da ad della Juventus, mentre lo attendono sei mesi complessi di gestione per chiudere (al 30 giugno) un anno decisivo per il rinnovamento. Lui, il volto duro della Juventus, che nelle ultime settimane ha parlato in un paio di occasioni solo per mandare messaggi forti, sui rinnovi e sulle inchieste in corso. Il 30 giugno scorso è salito in cattedra e ora guida la Juventus a modo suo: essendo “Iron Mauri” - Maurizio di ferro, come da storico soprannome – che dimostra come sia entrato con decisione in società. Come riporta la Gazzetta, ha portato leadership e un approccio decisamente meno morbido rispetto al passato, all’esterno e all’interno del club e lo hanno notato gli agenti, forse il suo obiettivo più evidente, ma anche i calciatori.

Il processo per costruire una nuova Juve è lungo ma avviato. Arrivabene non è un uomo di calcio, ma di società lo è eccome e sa usare strategie e pugno duro quando serve, anche nel breve termine. Entra in scivolata se serve, sulla Procura - "Ho grande rispetto per il lavoro di chiunque, ma come Juventus pretendiamo rispetto. A me personalmente, ma anche come a.d., non piacciono i processi mediatici" - e su giocatori/procuratori - "Al giorno d’oggi l’attaccamento alla maglia da parte di molti giocatori è un pochino in forma minore rispetto a quello che hanno per i loro procuratori" -. Anche se il “dietro le quinte” vale probabilmente di più. Come scrive la Gazzetta, Arrivabene è ormai una presenza costante nella routine e nei momenti delicati: in questi mesi gli è capitato di richiamare con decisione i calciatori al rispetto dei loro doveri e ha lavorato in prima persona alle operazioni di mercato. Il ruolo è legato strettamente ai conti, ma in realtà Arrivabene è già uno dei garanti del rispetto dei principi che guidano la nuova era juventina.


A PROPOSITO DI DIRIGENTI JUVE: QUESTE LE ULTIME INDISCREZIONI SUL RUOLO DI DIRETTORE SPORTIVO