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Saranno state due settimane concitate per Simone Inzaghi, le ultime dello scorso maggio. Come riportato da Tuttosport, era lui il candidato più autorevole per sedere sulla panchina della Juventus quando, il 17 maggio, Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri hanno confermato che non avrebbero continuato il rapporto lavorativo nella stagione attuale. Certo, Maurizio Sarri non ha rappresentato certo un'alternativa, per ragion di logica il tecnico toscano ha quotazioni maggiori di Inzaghi, ma l'amicizia che lega l'allenatore della Lazio con Paratici e Nedved ha rappresentato gli indizi che valgono quasi una prova. Si parla di passato, per non guardare al domani, anzi, al dopodomani: la Juventus andrà infatti a Roma, ospite della squadra del tecnico piacentino che tanto bene sta facendo in questo primo "terzo" di campionato. 

L'estate è stata di quelle calde, caldissime, anche se poi non si è fatto nulla. La Juventus, infatti, aveva bloccato Inzaghi, in attesa di capire il futuro dello stesso Sarri, ma anche di altri nomi più altisonanti, come quelli di Pochettino, Guardiola o Conte. Il 6 giugno, poi, è arrivato il rinnovo con i biancocelesti, spazzando via ogni nube a tinta bianconera: eppure, da quando Inzaghi ha cominciato a far parlare di sé nel calcio che conta, è uno dei nomi che più frequentemente si associa alla panchina della Juventus. Sintomo di stima, ma anche di caratteristiche: il suo gioco è spumeggiante, ma l'atteggiamento ancor più si sarebbe potuto sposare con quello dell'ambiente juventino. Propositivo, ma non visionario. Offensivo, ma senza esagerare se la situazione non lo concede Attento, insomma, come dovrebbe essere un allenatore che deve vincere.