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L'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, ha parlato in un evento de Il Foglio a San Siro:  "Perso una battaglia, non la guerra. Siamo incazzati e non depressi. Non è un calcio scontato come negli anni ‘80".

INZAGHI E GLI OBIETTIVI - "Abbiamo avuto la fortuna oggi di avere un allenatore giovane, che sta rispondendo bene alle esigenze che gli abbiamo chiesto. Oggi siamo qui a dire, abbiamo vinto una Supercoppa, lottiamo per lo scudetto e siamo in finale di Coppa Italia. Vedremo se ci saranno le ciliegine sulla torta, ma quello che conta è che siamo qui grazie alla cultura del lavoro che abbiamo creato".

I PROCURATORI - "Una volta i procuratori non esistevano. Una volta le società avevano il totale controllo. Io utilizzavo la strategia di far firmare prima gli anziani della squadra e poi i giovani venivano dietro perché avevano paura di ritorsioni nel gruppo. Ancora oggi ho critiche da fare, perché molti agenti non hanno professionalità, ma solo un albo a cui si può iscrivere sostanzialmente chiunque. Spesso si ha a che fare con agenti che non sanno cosa fare e cosa vuol dire prendersi cura di un calciatore e fare i suoi interessi".

GIOVANI E RISULTATISMO - "Per la prima squadra i successi non portano solo emozioni, ma anche soldi e ricavi. Per i giovani però è gravissimo. Non c'è la misura della sconfitta. Dobbiamo lavorare su dirigenti che in attività giovanile abbiano il compito di formare giocatori, ma anche uomini che non è detto che diventino professionisti. Gli allenatori sono pressati per fare i risultati e mettono al secondo posto".

INZAGHI - "Inzaghi comunque vada? Assolutamente sì, siamo molto contenti di lui. Sta facendo molto bene e ha dei margini di crescita forti. Quando avrà l'età dei vari Ancelotti, Conte e Allegri essere uno dei migliori in circolazione".