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Suning rompe con Bc Partners, l'affare non si fa più ma l'Inter è in crisi. Il fondo londinese e l'Inter sono più lontani che mai e urge aprire nuovi tavoli con altri investitori. Venerdì era scaduta l’esclusiva concessa a Bc per completare la due diligence sui conti della società nerazzurra, ma Bc Partners non è la soluzione giusta per l’Inter. È quanto detto da Steven Zhang, da Nanchino, nella giornata di ieri con una conference call in cui il presidente nerazzurro si è mostrato molto deciso con i due amministratori delegati del club, Alessandro Antonello e Beppe Marotta, comunicando di aver interrotto ogni discorso futuribile con il fondo inglese. Come racconta la Gazzetta, il motivo principale è la distanza enorme sulla valutazione del club: Suning valuta l'Inter non meno di 950 milioni di euro, esposizione debitoria compresa, mentre il fondo inglese si è spinto al massimo a una valutazione di 750 milioni. Ma c'è un problema.

I DEBITI - Come scrive il Corriere dello Sport: "Non è lontano il 31 marzo, data entro cui l’Uefa impone l’estinzione dei debiti scaduti verso altri club. Il Real ha concesso la dilazione ma il bilancio al 30 giugno mostrava un’esposizione di 200 milioni verso altri club, di cui ben 98 con scadenza inferiore a 12 mesi. Nel totale dei debiti figuravano 50 milioni allo United (Lukaku), 12 al Tottenham (Eriksen), 26 al Cagliari (Barella). Quanti ne risultino ad oggi saldati non è dato sapere. Di contro, era stato ceduto prima del 30 giugno (e dunque incassato) il credito col Psg per l’operazione Icardi. Ci sono ancora le due mensilità di stipendi da pagare (novembre e dicembre) e quelle in corso di maturazione, gli adempimenti fiscali, i normali costi di gestione e i cospicui interessi sul debito. Tra le entrate, l’Uefa ha già saldato per intero (tra ottobre e novembre) i 19,4 milioni residui per l’Europa League 2019/20 e quasi interamente (41,5) la Champions di questa stagione. Ci sono ancora i diritti Serie A (circa 80 milioni) e gli sponsor (presumibilmente a singhiozzo)".
 
I FONDI - Diversi investitori si sono avvicinati: da quello svedese Eqt all'americano Fortress. E anche la famiglia svedese Wallenberg, considerati gli Agnelli di Svezia, con interessi in tutti i gruppi industriali scandinavi.