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Giuseppe Chinè, capo della procura della Federcalcio, nelle prossime ore chiederà gli atti dell’inchiesta riguardante l’esame di italiano di Luis Suarez e ci lavorerà nell'ambito della procedura aperta dalla stessa Procura Figc. Come? Secondo quanto riporta Gazzetta, comincerà a valutare i documenti, cosciente che ci potrebbero essere significativi aggiornamenti investigativi e le due inchieste procederanno comunque in parallelo, perché a un’archiviazione penale potrebbe corrispondere anche una condanna sportiva (o viceversa). La certezza è che ad oggi gli indagati sono tutti fuori dal sistema calcio.

SANZIONI - Vanno chiariti i ruoli e i mandanti dell'esame-truffa all'interno di questa vicenda, ma soprattutto se siano coinvolti tesserati Juve. Il codice Figc dal 2001 prevede all’articolo 32, comma 7 che: "Le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci di cui all’art. 2, comma 2, che compiano direttamente o tentino di compiere ovvero consentano che altri compiano atti volti ad ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di calciatori extracomunitari, ne sono responsabili applicandosi le sanzioni di cui ai successivi commi 8 e 9". Le sanzioni prevedono, a seconda della gravità, un’ammenda per la responsabilità oggettiva, mentre penalizzazioni, retrocessione all’ultimo posto o esclusione dai campionati per quella diretta.

MANCATA LEALTA' - L’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo alla Gazzetta spiega: "Premettiamo che eticamente si tratta di una pagina nera che riporta un passato che sembrava non dovesse ritornare più. Allo stato, però, non credo proprio che sulla base degli atti noti ci possa essere una chiamata per la violazione dell’articolo 32. L’elemento della telefonata fra la consulente legale e l’università non porta a individuare responsabilità nell’ottenimento della cittadinanza da parte del giocatore. Fermo il principio di non colpevolezza, si potrebbe indagare per mancata lealtà. In quel caso, però, si arriverebbe al massimo a un’ammenda".

IL PARERE - E anche l’avvocato Eduardo Chiacchio spiega: "Non conosco le carte e il caso nello specifico. La vicenda, laddove si accertasse una violazione, rientrerebbe a mio giudizio nell’ampio alveo dell’articolo 4, comma 1, la mancata lealtà, piuttosto che nell’articolo 32 trattandosi di una fase pre-embrionale di un tesseramento".