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Arrivi alla Juventus dopo una stagione mostruosa all'Ajax. Da capitano, a 19 anni, hai collezionato 117 presenze con i Lancieri e hai guidato la tua squadra fino alle semifinali di Champions League, confermandoti titolare inamovibile anche della tua nazionale. In estate ti compra la Juve, per la cifra record di 75 milioni più bonus. Le aspettative sono alte, altissime, e tu non inizi bene. Le amichevoli estive sono uno strazio: la squadra gioca male, tu giochi male e con l'Inter, alla prima da titolare, fai anche un autogol. Inizia la stagione ufficiale e, pronti via, si rompe Chiellini. Il tuo ingresso in squadra da quel momento non sarà più graduale: ci sei tu, sempre, fisso, a fianco di Bonucci. La Juve su undici partite ufficiali ne vince nove e ne pareggia due, senza mai perdere. Ma a te non viene perdonato nulla, neanche le colpe che non sono tue...


Le colpe che vengono attribuite a Matthijs De Ligt vanno distribuite con i compagni di reparto, con Maurizio Sarri e con la fortuna (eh sì, a volte ci vuole anche quella). 

LE COLPE DEI COMPAGNI  - Partiamo dai compagni di reparto, con un esempio: la rete presa dalla Juve contro la Lokomotiv Mosca è causata soprattutto da un errore di Bonucci, ma sul banco degli imputati finisce soprattutto l'olandese. De Ligt in uscita non prende la palla, ma poi alle sue spalle altri sbagliano più di lui. 

LE COLPE DI SARRI - Capitolo allenatore: dopo anni di certezze con Massimiliano Allegri, con l'avvento di Sarri la Juve sta provando a cambiare pelle. E' in atto una rivoluzione (ancora ai primi vagiti, naturalmente) che pesa soprattutto sulle spalle dei difensori, chiamati a giocare più 'alti' e a marcare in modo diverso rispetto al passato. Le difficoltà di De Ligt sono quindi quelle di tutta la difesa bianconera (vedasi i tanti gol presi sui calci da fermo). Con Allegri, l'ingresso in squadra di De Ligt sarebbe stato sicuramente più protetto. 

LA SFORTUNA.... - E poi c'è il fattore fortuna, di cui esempio emblematico è la partita con il Bologna. De Ligt quella partita la gioca bene e subisce nel primo tempo anche un intervento da rigore su angolo per la Juve. Poi nel finale tutta la squadra sbanda, i centrocampisti non fanno più filtro, tutto il Bologna è in area (e prende una traversa, e Buffon fa un miracolo), ma il colpevole chi è? Sempre lui, De Ligt, per quell'intervento goffo (l'unico di tutto il match), che diventa un caso da moviola. E' il paradosso di De Ligt: impeccabile per 89', condannato per l'errore di un istante. Come a Milano con l'Inter, quando l'ex Ajax disputa una buona partita, ma viene ricordato solo per lo sfortunato mani con carambola che causa il rigore per i nerazzurri. 

L'ERRORE DI NEDVED - Dice De Ligt di se stesso, dopo Juve-Lokomotiv: "Penso di aver giocato bene: solido e stabile, non ho fatto troppi errori. Ho dovuto semplicemente fare il mio lavoro e questo è essenzialmente difendere. La Lokomotiv non ha quasi mai tirato in porta".

Dice di lui Sarri: "De Ligt deve smettere di pensarsi in difficoltà". 

Dice, infine, Nedved: "Il nervosismo è forse suo, perché vuole fare sempre di più. Lui è come Ronaldo, vuole fare sempre meglio, è un campione. Sono soddisfatto di lui".

Le parole dell'allenatore della Juve sono condivisibili. De Ligt deve smettere di pensarsi in difficoltà. Deve ricordarsi che ha solo 20 anni e guardare alle tante cose positive che sta facendo (ricordiamo ad esempio alla prova impeccabile contro il Leverkusen). In parte ha ragione anche Nedved, che sbaglia però nel paragonare il giovane olandese a Ronaldo: il portoghese è un fuoriclasse che ha vinto tutto, l'olandese per ora è solo un potenziale campione, giovane e un po' sfortunato...