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Se quello di Kean fosse stato davvero il gol scudetto, la sensazione sarebbe stata allora unanime: quella della Juve non era soltanto l'ennesima pietra della fortezza costruita lungo questa stagione, ma un chiaro segnale per il futuro. Come a dire: bello, è arrivato l'ottavo. Però qui si pensa al nono. E tutti quei giovani - a un certo punto c'erano addirittura tre giocatori nati tra il 2000 e il 2001: da Kean a Nicolussi, passando per Gozzi - erano sorrisi di belle speranze e nuovi modi di fare. Soprattutto, però, erano una risposta: a chi accusa la Juve di non riuscire a svecchiare, di dover fare i conti giusti solo con le vecchie certezze, Allegri aveva posto davanti al naso il freschissimo ciclo.

LA PIU' GIOVANE - E' stata, in campo, la Juve più giovane degli ultimi 20 anni. Un qualcosa che potrebbe avere tranquillamente un duplice aspetto. Il primo: per l'Under 23, risultati a parte, c'è un futuro roseo. A dimostrarlo la prestazione dei ragazzi, usciti sconfitti ma con picchi di personalità importanti. Il professionismo, le gare maschie e anche dolorose della C, sono un banco di prova importante. E rende il salto meno ripido. La seconda: in un mercato drogato dai numeri, oggi conta il doppio costruire i propri talenti in casa. E poi partecipare alla fiera del mercato. La Juve iscrive i propri giovani nel mondo dei grandi: dopo averli coccolati, arriva pure la grande chance. E allora, fa nulla per l'ottavo: tanto i pensieri sono già rivolti al nono.