IL CONFRONTO - E' simbolico, altamente, che sia stato proprio Raffaele Palladino a surclassare Allegri nel primo doppio confronto consumato in questo campionato. Ha un significato intrinseco potentissimo: l'ultimo arrivato contro il maestro degli scudetti, l'ultimo arrivato sul vate del risultato, l'ultimo arrivato che dice "voglio una squadra offensiva, anche se rischio" contro "la vittoria prima di tutto il resto". I tre punti vanno sempre a chi li cerca, vuole e quindi trova. Certo, ci sono gli episodi. Ma questa partita non si spiega così: c'è stata una grande squadra contro una piccola, e la piccola è stata palesemente la Juventus.
E ADESSO? - Potrebbe pensare, Allegri, che questo possa essere una scossa d'assestamento dopo aver tremato per altri e più gravi motivi tutto l'apparato societario. Potrebbe pensare, Allegri, che possa bastare magari cambiare uomini o ritrovarne di nuovi per cambiare trend. Ma può bastare tutto questo? Può essere davvero il punto di ripartenza? Adesso si mette in discussione ogni cosa, ogni uomo, ogni elemento interno alla Juventus. Sono schiaffi in faccia, oltre il crollo emotivo. Fanno male. Eppure, guardando quanto espresso in campo, sono sembrati tristemente inevitabili.