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E' l'uomo del momento, o meglio: il ragazzo del momento, da qualche giorno costantemente in copertina. Matias Soulé è già da qualche tempo tra i talenti più interessanti del settore giovanile bianconero, ma di lui si è ripreso a parlare con una certa frequenza vista la sua convocazione nella Nazionale Argentina maggiore. Il c.t. Scaloni, sempre attento all'Italia e ai possibili crack ha deciso di inserirlo nella sua Selecciòn per gli impegni contro Brasile e Uruguay, così da iniziare a vederlo sul campo. "Un sogno, una bellissima sorpresa", commenta il suo agente Martin Guastadisegno ai microfoni de ilBiancoNero.com, aggiungendo "ma come gli diciamo sempre deve stare con i piedi per terra. Deve crescere e stare sereno. Questo vuol dire che sta andando bene, non che è arrivato". Classe 2003, è arrivato dal Velez alla Juve nel gennaio 2020, quando è stato strappato alla concorrenza. Un colpo riuscito grazie a un lavoro di scouting puntuale e tempestivo. Da lì una rapida scalata: Under 17, Primavera e subito numero 10 della Juve U23 in Serie C. 

CON ALLEGRI - A 18 anni guida la squadra nel calcio dei grandi e sogna il grande salto, forte anche di un rinnovo che è appena arrivato e di una fiducia enorme nella sua crescita. Senza fretta, ma con tanti obiettivi in mente. Max Allegri un po' di Prima Squadra gliel'ha fatta assaggiare, tra preparazione, tre amichevoli (Cesena, Monza, Alessandria), la convocazione al contro il Napoli e gli allenamenti ripetuti con il gruppo, ma non vuole avere troppa fretta. Ancora ieri, infatti, il tecnico in conferenza ha sottolineato il suo punto di vista sui giovani di talento: "Lui è un ragazzino bravo. Ora lasciamolo tranquillo, sennò facciamo l'errore che facciamo con tutti i giovani: giocano tre partite e sono da Pallone d'Oro. Ripeto, fino alla noia: è una legge non scritta, fisiologica, che un giocatore a 25-26 anni inizia a trovare una maturità. Ma deve fare tante partite per arrivarci. Non è che se fa 3 partite diventa bravo. Poi l'eccezione è chi è fenomeno a 20 anni. Lasciamogli fare il suo percorso". Una frase che non è piaciuta a tutti, anzi ha trovato molte critiche da parte dei tifosi bianconeri, ma che nasconde una questione molto importante per Allegri: non bruciare i ragazzi. Un tema delicato e un nervo spesso scoperto per Max, che da allenatore-psicologo qual è cerca spesso di mandare messaggi ai suoi giocatori, anche pubblicamente. E, infatti, chissà che alla fine non possa essere proprio Soulé l'eccezione nominata.

ITALIA E ARGENTINA - L'altra questione molto chiacchierata nelle ultime ore riguarda il doppio passaporto. La Juve è riuscita a portare in Italia Matias Soulé prima dei 18 anni grazie al doppio passaporto del giocatore, che ha madre e nonni di origine italiana. Una caratteristica fondamentale per il salto anticipato, una caratteristica che ha attirato anche la FIGC, con l'Italia che ha pensato e pensa ancora a lui come ragazzo di talento a cui affidare una maglia azzurra. Ma la convocazione di Scaloni con l'Argentina chiude definitivamente le porte a questa ipotesi? Dal punto di vista regolamentare no: un giocatore Under 21, infatti, deve disputare tre partite con la maglia della Nazionale maggiore per poter essere convocato esclusivamente con quella maglia. La chiamata è il proseguo di un percorso iniziato nelle Nazionali Under, fatto di origini e di forte appartenenza e che ora non può che vivere come un sogno: con l'Argentina di Leo Messi non può che essere così. 

DALL'ARGENTINA ALLA PRIMA SQUADRA? - La domanda che circola un po' ovunque è, parola più parola meno, la seguente: se l'Argentina lo convoca con la Nazionale maggiore, perché la Juve non fa lo stesso? In Italia l'esempio più recente e simile è quello di Zaniolo, lanciato da Mancini e poi da Di Francesco come titolare del Real Madrid, in un momento in cui l'hype e l'attesa intorno a lui crescevano sempre più. Andrà così? Come detto in precedenza, Allegri non ha fretta, non vuole bruciarne il talento e anche se la voglia di spaccare tutto con la maglia della Juventus dei grandi, com'è giusto che sia, c'è, serve restare con i piedi per terra, soprattutto perché chi sceglie è un allenatore esperto: "Deve stare tranquillo, non avere fretta. Ha un allenatore tra i più importanti al mondo, è una grande fortuna che lui ha, non è sempre facile trovare un allenatore con questa qualità e deve sfruttarlo. Se lo chiedi a me - racconta l'agente - ovviamente ti dico che sarebbe bellissimo vederlo stabilmente in Prima Squadra, ma senza fretta. E' il suo obiettivo, poi ci vuole un percorso per arrivare. E' normale che voglia giocare, senza questa fame non sarebbe un calciatore". Che ruolo potrebbe occupare nella Juve? Quello di Dybala? Oppure sarà una mezz'ala alla Di Maria? La qualità c'è, il livello, quel livello, deve ancora arrivare. Può giocare seconda punta, trequartista e in futuro costruirsi anche in un altro ruolo un po' più indietro, ma sempre in mezzo al campo. L'obiettivo è chiaro: "Testa sulle spalle, piedi per terra e tanta fame... di Juve. Perché lui - chiosa Martin Guastadisegno - si vede in bianconero ed è felice di poterlo fare ora, mirando a un futuro in Prima Squadra".