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La notizia di giornata: Federico Chiesa è tornato ufficialmente tra i convocati. Ed è la miglior notizia possibile per la Juve. La partita di questa sera contro il Paris Saint-Germain è da considerare fino a un certo punto, se giocherà si tratterà di un piccolo spezzone, ma resta utile per ritrovare il feeling con il campo e la sensazione di una gara vera. La Juve, però, da oggi sa di avere una carta in più, da aspettare con la giusta pazienza, ma da poter utilizzare nell'esigenza. Una boccata d'aria e un bel sorriso per tutti. 

INCUBO - Soprattutto per lo stesso Chiesa, che ha vissuto undici mesi veramente da incubo. Infortunatosi per la prima volta il 30 novembre 2021 è stato fuori per 29 giorni e 7 partite, rientrando con gol e assist contro Napoli e Roma in tre giorni. Ma proprio contro la Roma è arrivato l'infortunio peggiore della carriera: rottura del legamento crociato. Fuori per 34 partite ufficiali e 297 giorni. Ecco, 297, un numero che fa spavento. Un numero che racconta un recupero lungo e difficile, che oggi conosce una nuova tappa: il rientro. 

RISALITA ESSENZIALE - Se n'è discusso molto in queste settimane, perché le prime previsioni - anche dello stesso Federico - erano state abbastanza ottimistiche, ma da inizio settembre si è arrivati a novembre. Due mesi necessari per seguire la linea della prudenza, spesso ribadita da Allegri (che in conferenza ha fatto tanta melina), per muoversi in una direzione di protezione verso il giocatore, che ora dopo diversi test in famiglia è pronto a rientrare. Anche qui, un passo alla volta, senza forzature. Ma averlo con il Psg è una buona notizia, forse anche soprattutto verso la sfida di domenica sera contro l'Inter. Poi ci saranno Verona e Lazio e poi ancora la sosta per il Mondiale in Qatar 2022, fondamentale per prendere la giusta condizione. Ma intanto è tornato e vuole riprendersi tutto, quello status di top player essenziale per la Juve e che ha mostrato anche con la maglia dell'Italia. Del resto, la Juve, dal suo talento, dalle sue giocate e da quell'innata capacità di creare superiorità numerica con il dribbling dipende terribilmente. E allora non può che sorridere nel rivederlo tra i convocati, pronto a brillare con la nuovissima maglia numero 7.