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Il ko contro il Lione è stato fatale per Maurizio Sarri. Almeno sulla carta, in base al susseguirsi degli eventi. La separazione con la Juve però era già nell'aria, e, secondo quanto riporta Luciano Moggi su Libero "non è dipesa dal fallimento in Champions, ma è frutto di un precedente ragionamento che ogni buon dirigente deve fare, se vuol mantenere la propria squadra competitiva in proiezione futura". L'altra sera è stato un Ronaldo contro tutti secondo Moggi, CR7 l'unico ad andare su ogni pallone e i compagni "timidi e fragili nei contrasti, quasi che lo schieramento prudente messo in campo da Sarri (per non subire altri gol) li avesse condizionati​".

LA NOTIZIA - Lo scudetto - il nono consecutivo della Juve, il primo della sua carriera - non ha salvato Sarri da un esonero che l'eliminazione di Champions ha soltanto accelerato. Lo sapeva anche lui, fa sapere l'ex dg bianconero, la società l'aveva informato già prima della partita con il Lione: era stato preso per migliorare il gioco ma non c'è riuscito; anzi, "e' addirittura peggiorato" continua Moggi. L'attacco non segnava più come prima nonostante lì davanti avesse due campioni come Ronaldo e Dybala (per otto anni è stata la squadra della Serie A con più gol segnati, ora è al quinto posto), la difesa ha raggiunto il record negativo di 43 reti incassate scivolando dal primo al terzo posto. 

GLI OPPOSTI - Da qui la scelta di Pirlo, uno che può dire la sua grazie ai tanti trofei in bacheca: vittorie ed esperienza internazionale in campo, l'esatto opposto di Maurizio Sarri che non avendo mai giocato "aveva poco ascendente sui giocatori". Quella di puntare su un allenatore debuttante Moggi la considera "una scommessa coraggiosa che merita rispetto". E la società lì vicino a supportarlo, almeno all'inizio.