commenta
“Fare il capitano è difficile”: le parole risalgono a qualche mese fa e sono di Giorgio Chiellini, uno che paradossalmente fa sembrare tutto così facile. Così naturale. A partire da quel ruolo, che pare cucito addosso a lui come un vestito su misura. Eppure è solo il primo anno che la fascia è stretta attorno al braccio del numero 3: il primo, concluso però come tutti gli altri, con uno scudetto da alzare al cielo di Torino.

IL CAPITANO DELL'OTTAVO - L’ultimo a portarla, quella fascia, era stato Gigi Buffon. Un’eredità pesante, pesantissima, lasciata fra le lacrime di un pomeriggio del 19 maggio. E’ difficile, sì, ma Giorgio non lo fa vedere. Lo diceva già Claudio Ranieri quasi dieci anni fa: “Chiellini parla da capitano, ma la Juve un capitano già ce l’ha”. Magari neanche lui si sarebbe immaginato che, nel 2019, quella frase un po’ polemica si sarebbe tradotta in una bella realtà: Chiellini capitano della Juve scudettata, in quella che resta la stagione migliore della sua carriera, nella quale è salito al quinto posto nella classifica di presenze all time superando Bettega. Praticamente impossibile leggere una sbavatura, ricordare uno scivolone dentro e fuori dal campo: a 34 anni, King Kong è ancora il centrale più forte in Italia e uno dei più forti in Europa. E, come il buon vino, continua a migliorare. Non è un caso che l'eliminazione dalla Champions sia arrivata proprio in un doppio confronto nel quale Giorgio era assente per infortunio. Per questo la prima Juve di Ronaldo è soprattutto la Juve di Chiellini. Per questo il numero 3 non sarà ricordato semplicemente come “il capitano dopo Buffon”, ma il capitano dell’ottavo scudetto consecutivo. In attesa del prossimo, ovviamente.