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Come racconta Repubblica, Kylian Mbappé, dal punto di vista dello sfruttamento commerciale è praticamente vergine, non ha un procuratore: "i suoi interessi li gestiscono papà Wilfried e mamma Fayza insieme a uno studio di avvocati parigini: significa che è “politicamente” più libero di qualsiasi altro giocatore di quel livello. Ha uno sponsor storico, la Nike, e solo dopo il Mondiale si è legato a un brand, Hublot. C’è dunque un mondo intero da esplorare e da commerciare, con uno spazio sconfinato per lo sviluppo del marketing e la creazione del marchio Mbappé, che a oggi di fatto non esiste.