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Una voce forte quella che si è levata oggi su Calciomercato.com. La voce del nostro direttore responsabile Marco Bernardini: "L’amicizia e la complicità sono cose certamente molto serie e vanno difese. Ma quando le implicazioni di empatia personale vanno a mettersi di traverso condizionando in peggio le attività aziendali vuol dire che è arrivato il momento di sacrificare il proprio 'particulare' per il bene dell’intera struttura [...] L’idea Pirlo non è da considerarsi una colpa, semmai la diretta conseguenza di un “peccato mortale” che arriva da più lontano. Dal giorno in cui il presidente si assunse la responsabilità di allontanare Marotta il quale rappresentava il vero e l’unico anello forte della catena bianconera per esperienza e per capacità manageriale. Una mossa infausta che provvide a spalancare le porte della sala di comando alla improbabile coppia formata da Nedved e da Paratici, i due apprendisti stregoni del presidente. [...] La “condicio sine qua non” consiste nel liberarsi con un’operazione chirurgica radicale dei compagni di merenda. Con loro il presidente potrà continuare, al massimo, ad andare a giocare a golf sul green dei Roveri. Nel nome della Juventus si possono sacrificare anche certi affetti quando si è accertato che sono deleteri".