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Lo abbiamo raccontato più volte, da queste pagine, Fabio Miretti è uno dei talenti più cristallini del settore giovanile della Juventus. Cresciuto dalle parti di Vinovo, fin da bambino, ha fatto tutta la trafila, dai Pulcini fino ad arrivare alle prime convocazioni in Prima squadra. A raccontarci tutto il percorso, e le prime esperienze con il gruppo di Allegri, è stato il padre, Livio Miretti.
 
La storia di Fabio Miretti alla Juventus comincia da bambino, con un trasferimento dal Cuneo. Su di lui c’era anche il Torino, come è stata presa la scelta?
“Eravamo al Cuneo e sono arrivati gli osservatori di Toro e Juventus. All’epoca al Cuneo c’era un presidente filo granata e ci aveva messo a disposizione un accompagnatore. Ogni 15 giorni si andava a Torino per allenarsi con il Toro. Nel mentre è arrivata la Juve. Anche lì abbiamo cominciato con un allenamento ogni 15 giorni, ma poi si bloccò tutto, perché aveva 7 anni e non c’era la possibilità di tesserarsi, abbiamo aspettato gli 8 anni. La Juve ci fece la proposta delle navette, lo venivano a prendere sotto casa e allora abbiamo deciso per questo, al di là che fossimo juventini, una questione economica e di comodità”
 
Chi era, a quei tempi, l’idolo di Fabio?
“Si ispirava a Pavel Nedved. Si era fatto crescere i capelli come lui, poi in quegli anni, con il sole, diventavano biondi, e non voleva più tagliarli. Poi io guardavo la Juve in tv e Nedved era nel pieno della forma e mi sentiva lodarlo”
 
Come è stato il percorso nelle giovanili?
“Fin dai pulcini è sempre migliorato, l’ho visto crescere in Juventus, poi da piccolo lo seguivamo sempre, lo accompagnavamo. Ho sempre visto un percorso di crescita, l’ho visto sempre migliorare e impegnarsi, poi trovi gli allenatori che ti fanno crescere in cose diverse. Ancora adesso, a 18 anni, continua a migliorare”
 
Quale ruolo hanno avuto gli allenatori della Juventus?
“Il botto lo ha fatto con Pedone in Under 17 che lo aveva spostato in alto. Da play basso, invece, lo avevano già fatto giocare in Under 14. Bonatti è un martello sugli allenamenti, lo ha abbassato ma Fabio non ha mai cambiato la maniera di giocare, pur distante dalla porta i suoi gol e i suoi assist li ha fatti. Per me il suo ruolo ideale è la mezzala, ma si adatta a tutti i ruoli e non è una dote che hanno tutti. Zauli ha sempre creduto in lui, lo portava già in Primavera, ha avuto un percorso di crescita anche con lui”
 
A gennaio è arrivato il rinnovo di contratto con la Juventus, cosa significa?
“Un piccolo passo, che ripaga di tutti gli sforzi fatti. La Juve crede molto in lui, sta a lui dimostrare le sue doti. Contentissimo di aver firmato, si vedrà cosa porta il futuro. Abbiamo avuto un po’ di fortuna nell’entrare in prima squadra, è tutto un percorso di crescita. In prima squadra lui sta bene, si diverte”
 
C’è stato qualche contatto con altre squadre che ne hanno chiesto la disponibilità?
“Personalmente sono stato contattato più volte, anche da squadre estere importanti. Noi, però, abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con la Juventus. Le richieste non sono mancate”
 
 Quali sono state le emozioni e le impressioni dopo il debutto in Champions League contro il Malmo?
“Inaspettata. Fosse andata meglio la partita poteva entrare prima. Io ero allo stadio e al 46’ ha iniziato a scaldarsi, ma la partita era in bilico e ha fatto 5 minuti, fatti anche bene. Era emozionato ovviamente”

Come continua il percorso di Fabio?
“Questo dipenderà dalle varie cose che possono succedere nel finale di stagione. Il problema si porrà a giugno, in base a quello ci proporrà la Juve. Sicuramente un cambio lo farà, si vedrà cosa ci verrà proposto, non penso che resti ancora un anno in C, il percorso di crescita in C lo sta facendo e lo sta facendo bene. Penso che il prossimo anno ci siano altre cose per lui”
 
Come è stato accolto dallo spogliatoio della Prima squadra?
“Tutti lo aiutano e gli danno una mano. Allegri è contento del percorso di crescita, lo ha dichiarato anche in tv. Tutti lo trattano bene, gli danno consigli. Tutti gli hanno chiesto perché viene soprannominato Ciko. Gliel’ho dato io, al Cuneo c’erano tanti Fabio e un mio amico, tifoso dell’Atletico Madrid, gli regalò una maglia di un calciatore che si chiamava Ciko, e da allora tutti lo chiamano così. Gliel’hanno chiesto tutti, anche Chiellini. Quello che ha ottenuto fino adesso, lo ha sempre ottenuto sul campo, dimostrando, non è da tutti un percorso di crescita così”
 
Per il tipo di percorso, Miretti viene spesso paragonato a Marchisio. Cosa ne pensi?
“Io seguivo la Juve in serie B e ho visto Marchisio crescere. Vengono paragonati per il tipo di percorso, dai pulcini bianconeri in poi. Come caratteristiche sono un po’ diversi. Fabio, rispetto al Marchisio di 18 anni, è più offensivo e un pelino più tecnico, meno bravo in copertura ma questo lo può migliorare. Fabio si adatta a tutti i ruoli, basta che giochi, ha una duttilità che non si vede in molti. L’ho visto all’estero, nei tornei, e ho visto che aveva qualcosa in più. Secondo me, se giocasse in squadre di medio bassa classifica avrebbe già esordito. Noi attendiamo quello che viene”
 
Chi sono i punti di riferimento attuali?
“A lui piace De Bruyne, la maniera di muoversi e giocare. Gli piaceva un sacco Xavi, aveva la maglietta regalata dalla nonna e i primi provini alla Juve li ha fatti con quella maglia che ha ancora a casa”.
 
Si ringrazia Livio Miretti per la disponibilità dimostrata