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Bastano sei minuti per far saltare tutto, bastano due gialli per mandare all'aria una gara. Due cartellini che non sono arrivati in questa partita, ma nella scorsa contro il Torino, che hanno escluso Matthijs de Ligt e Paulo Dybala dalla gara contro il Milan. E hanno fatto fare una figuraccia alla Juve. Sì, perché al netto di 60' buoni, in cui si è raggiunto anche il 2-0, la squadra si è completamente spenta nel finale. Un blackout, come è stato chiamato un po' da tutti, grave, che non ha lasciato scampo neanche di fronte a un Milan combattivo sì, ma non al meglio della sua storia. Quattro gol in 15' circa, che hanno piegato la Juve, dandole pure una bella ridimensionata. Nei 30' finali (in cui il Milan ha rischiato con merito di dilagare) si è visto di tutto, soprattutto il peggio, mandando all'aria vittoria, match point scudetto e anche qualche sicurezza. E anche prima non è che si sia visto proprio quel "calcio mondiale" nominato da Sarri...

DIPENDENTE - Sono stati 60' di buon calcio, di dominio territoriale e di qualche trama interessante senza mai far tremare Donnarumma. Poi, due lampi, Rabiot e Cristiano Ronaldo, su una clamorosa disattenzione di Kjaer e Romagnoli, hanno lanciato la Juve, facendola apparire migliore di quello che era. Il rigore di Ibra ha fatto il resto. Cancellato le certezze, messo in ansia la difesa, con Bonucci e Rugani finiti prigionieri di Leao, Rebic e soci, e incapaci di liberarsi. E' mancato De Ligt dietro e si è sentito, per i suoi interventi, per la sua sicurezza, per come guida Bonucci (non il contrario) nonostante la giovane età. E così tutti si sono sentiti spaesati. E' mancato lui, così come è mancato Dybala in attacco. Collante di trame, creatore di gioco, uomo più in forma con 5 gol (tutti bellissimi) nelle ultime 5 in campo. L'unico in grado di dare una svolta, di gestire i tempi del palleggio e di creare in quegli ultimi 30 metri di libertà che Sarri lascia ai suoi. E la sentenza definitiva è facile quanto visibile: la Juve è dipendente da De Ligt e Dybala. Per sua fortuna almeno sono i giovani, forti, che avanzano.