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Buongiorno brigadiere. Come vede, si lavicchia” così Totò, ne “I soliti ignoti”, rispondeva al poliziotto, che era andato a trovarlo sul terrazzo condominiale, trasformato in accademia del furto.

“Si guardicchia” avrebbe risposto l’addetto al Var Lo Bello, durante l’ultima Juve-Verona. Sì, perché ogni tanto deve essersi addormentato: per la Juve, infatti, c’erano almeno altri due macroscopici rigori (cintura su Ronaldo, affossamento di Higuain) bellamente sorvolati. Ma questo è un problema relativo. Il problema assoluto è sempre il solito: sembra che non se ne sia accorto nessuno. Nei commenti del dopo partita, nei siti, nei giornali, nelle moviole parlate e scritte: nessuno! E, di nuovo, siamo a ripetere la trita formula: ve lo immaginate a parti invertite? Ve lo immaginate se quei rigori palmari fossero stati negati al Verona?. Sarebbe partita la solita giaculatoria del “Campionato affossato”, “degli arbitri migliori acquisti juventini”, “di aiuti di cui la Juventus non ha bisogno” ecc.

Questo il primo problema che la Juve di Sarri eredita da tutte le altre Juve: due pesi e due misure. E qui non c’è niente da fare, non è questione di tattica, motivazioni, giocatori: è questione di marketing antijuventino, sempre redditizio.

Il secondo problema l’ha finalmente affrontato lo stesso Sarri, nel dopo partita, dicendo che la squadra fa troppa fatica ad impostare da dietro, soprattutto con i due centrocampisti interni, che si arrocca in difesa e non riesce ancora ad assimilare certi automatismi. Siamo meno d’accordo ad attribuire parte delle modestissime prestazioni contro Fiorentina e Verona alla “stanchezza mentale”. A noi sembra che quando la Juve è aggredita, non sappia bene cosa fare. Anche contro squadre che non sono il Liverpool o il Barcellona. In certi momenti, la difficoltà a smarcarsi dei centrocampisti è diventata imbarazzante, capitanata, l’ultima volta, da un Bentancur latitante. Sì, mai, negli ultimi anni (nemmeno in quello del quattordicesimo posto alla sesta giornata o giù di lì) il centrocampo è stato tale. Chiamiamolo Agilulfo, come il  cavaliere inesistente di Calvino.

Il terzo punto resta quello dei calci piazzati avversari, che ripetutamente sfociano in gol (c’è voluta la freddezza di Buffon, migliore in campo contro gli scaligeri, ad evitare l’ennesima fotocopia). La ragione di questi errori ripetuti non sta nel calo di concentrazione, come vorrebbero molti, bensì nel marcamento a zona. Lo ha spiegato bene Marocchi, quando ha detto che marcare a uomo permette di “non lasciarti sfuggire via l’avversario, mentre con la zona, la corsa immediata di molti giocatori dentro l’area, può far trovare a chi attacca molto più facilmente il corridoio in cui infilarsi".

Sull’antijuventinismo viscerale non c’è niente da fare. Sugli altri due aspetti sì. Vedremo stasera se il Brescia sembrerà il City, il Barcellona o il più modesto (attualmente) Real Madrid. Oppure se la Juve inizierà a ritrovare se stessa. Al di là del risultato.