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La Juventus si è ritrovata la scorsa settimana con Morata e Dybala infortunati, e a quel punto si è aperto il grande dubbio. Chi gioca in attacco? In realtà dubbi dovevano essercene pochi: l'unica punta di ruolo a disposizione a quel punto era Moise Kean. Quindi lui e le ali intorno... e invece no!

Anziché affidarsi a Kean, Allegri ha varato contro il Chelsea la soluzione del "falso nueve" sfruttando la corsa, gli equilibri e i tagli dei due Federico ex viola, Chiesa e Bernardeschi, alternandoli nella posizione di finto centravanti. E ha così battuto i campioni d'Europa. Dopodiché arriva il derby col Torino, il giovane Moise stavolta parte titolare e dopo qualche giro di lancette quasi s'inventa di forza il gol del vantaggio. Ma poi scompare progressivamente dal match e all'intervallo Max lo sostituisce: dentro Cuadrado, ritorno all'assetto anti-Chelsea... e altra vittoria all'insegna del corto muso e del gioco senza centravanti!

Insomma, nei delicati bilancini tecnico-tattici della Juve di Allegri, per adesso, il figliol prodigo maturato in quel di Liverpool e Parigi sta ancora faticando a inserirsi negli ingranaggi. Il mister nel postpartita ha affermato: "Oggi ha fatto bene, a parte i palloni persi, non era semplice. Ha creato due buone occasioni. Attacca bene la porta, deve migliorare sui controlli, sulla tecnica individuale. Sono contento anche di lui. A fine primo tempo faccio i cambi per non bruciare uno slot." Quei palloni persi però hanno fatto sì che il cambio-non-slot dell'intervallo Allegri lo spendesse togliendo proprio Kean.

Non una bocciatura senza appello, ne siamo certi, ma un "rinvio agli esami" per un ragazzo che ha tanto potenziale, su cui la Juve punta tantissimo per ammissione dello stesso Nedved nel prepartita ("attaccante del presente e del futuro, se non fosse italiano si direbbe che è un fenomeno") e che ha tutto per ritagliarsi il suo posto in questa squadra. Controlli palla e Morata permettendo, ovviamente.