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Del Piero alla conquista della Spagna. Titolo e locandina di un film che senza alcun dubbio sarebbe un campione di incassi, tanto quanto il protagonista. Sì, perchè a 24 anni esatti dall'esordio di Alex con la maglia della sua vita, della sua intera carriera, ci si può guardare indietro, per scoprire quanto di speciale sia stato fatto. Il focus, anche per questione di attualità, è tutto sul Del Piero spagnolo... quello del Camp Nou (appunto), del Bernabeu e di quelle sfide infinite. 

LE DUE TAPPE - Quanti voli verso la penisola iberica da quel lontano 12 settembre 1993, quando sostituendo Penna Bianca Ravanelli, lanciò ufficialmente la sua carriera in bianconero. Tra tutti quei viaggi presi, però, ce ne sono due veramente speciali, ancor più importanti degli altri. Il primo è il più inaspettato: è il 2008, Alex, in coppia con Amauri sfida un Real Madrid ancora Galactico. Tutti pensano che quella Juve sia destinata al massacro, e invece lui con un doppietta, fa alzare in piedi tutto il Bernabeu per una stamding ovation senza eguali. La sua maglia è d'oro, ma Alex brilla di più. Ma, come confessa lo stesso Del Piero, c'è qualcosa si ancor più bello: "Personalmente, la vittoria del 2003 al Camp Nou fu una delle emozioni più belle che ho provato in Champions League". Una delle più belle per lui, ma non solo. I supplementari, al Camp Nou, di fronte a 100 mila persone, in 10 uomini. Il gol a 6' dalla fine di Zalayeta, la gioia incredibile ed impensabile. Quella gara lanciò la Juventus verso la finale di Manchester, quella gara fece capire a tutti il carattere del gruppo di Lippi. Quella vittoria fu un altro segno indelebile nella mentalità bianconera, che lui ha alimentato e costruito giorno dopo giorno, stagione dopo stagione.

Oggi, come allora, pur non trattandosi di un quarto di finale, la Juve deve scendere in campo con la voglia di provare le stesse emozioni. Vittorie di carattere, di gruppo, di fame, Partite che segnano il percorso e che rimangono dentro, come insegna del Piero. Sì, 24 anni dopo il suo esordio è sempre lui, in un modo o nell'altro, ad indicare la strada. Quello con la Juve è un legame troppo forte, troppo profondo e indissolubile, nato quel 12 settembre 1993 e impossibile da sciogliere. Ma il Del Piero spagnolo è solo la punta, forse nemmeno la più significativa, di un campione assoluto, che è perfino difficile, anzi difficilissimo, da raccontare. Uno così non si spiega, si guarda e si ama.