commenta
Nel clima festoso dell’Allianz, contro l’Atalanta, Allegri si è sbizzarrito. Una volta raggiunto il pareggio, ha salutato il pubblico di casa con un’ultima allegrata, una specie di burla autoironica: in campo, nel finale, ha lasciato un solo difensore puro, Bonucci. E questo contro una delle squadre più pericolose e offensive del campionato. Gli altri bianconeri sul terreno di gioco erano infatti  praticamente tutti adattati: terzino destro Cuadrado, a sinistra Cancelo, Emre Can centrale (a quattro!) accanto a Bonucci, in mezzo Pjanic con Dybala e Bernardeschi, davanti un tridente di centravanti composto da Mandzukic, CR7 e Kean. Per la prima, unica e ultima volta, tutti insieme allegramente. Il trionfo dei princìpi al di là dei ruoli. Un testamento-carnevale all’insegna del rovesciamento di qualsiasi pregiudizio.
 
KEAN E CR7 - È in un contesto del genere che abbiamo rivisto, anche se per poco, Kean e Ronaldo in azione. Soltanto 8 minuti, purtroppo.
 


Allegri stavolta ha inserito il classe 2000 di Vercelli sulla destra del tridente, come aveva peraltro già fatto Mancini in Nazionale. La causa è da rintracciare ovviamente nelle presenze ingombranti di CR7 e Mandzukic. In stagione, infatti, con la Juve, Kean aveva sempre giocato centravanti, ma soltanto con uno dei due, mai con entrambi. In ogni caso, veniva utilizzato prevalentemente in un attacco a due (vedi il 3-5-2 contro l’Udinese o il 4-4-2 contro il Torino).
 
KEAN-CR7: IL MINUTAGGIO – Ma entriamo nel cuore della questione, andando un attimo al di là di questi 8 minuti poco significativi. Quanto hanno giocato insieme Kean e CR7? Esiste un motivo per cui il primo, quando gioca col secondo, non segna? A occhio e croce diremmo di no, hanno giocato veramente troppo poco insieme per cavarne fuori una qualsiasi conclusione. Concretamente: Kean e CR7, tra Champions e campionato, hanno avuto la possibilità di incidere come coppia d’attacco lungo un arco di 197 minuti totali. Due partite e poco più di un quarto d’ora a disposizione. In Serie A, dove tra l’altro Kean segna ogni 74 minuti, è caduta la maggior parte del tempo: 142’. Ecco, questi, a onor del vero, sono numeri ancora un po’ distorti: Allegri in realtà li ha schierati insieme dall’inizio soltanto una volta. Contro il Torino, nel girone di ritorno.    



Nell’immagine sopra riprendiamo un episodio tratto da Juve-Toro che probabilmente non ricorderete, sotto invece un altro che altrettanto probabilmente ricorderete. In entrambi i casi assoluto protagonista è CR7, mentre Kean è nei paraggi e fa qualcosa di interessante che viene puntualmente (e forse giustamente) ignorato dal grande campione. È più facile e al tempo stesso più complicato giocare insieme a CR7. Nel primo caso Cristiano, circondato, riceve al limite un pallone da Bernardeschi. Nkoulou esce su di lui. Alle spalle del difensore del Torino si apre perciò uno spazio che Kean indica con la mano, nella speranza di ricevere un filtrante. Niente da fare, CR7 ha già visto la porta, controllo e tiro in precario equilibrio.

Nel fotogramma sottostante invece il portoghese si esibisce in uno stop di petto in piena area avversaria, al quale seguirà una sequenza di palleggi piuttosto barocca. Pensava in grande, forse: alzarsela per una rovesciata nel derby. In quella stessa porta lì. Troppo banale, da comuni mortali, la sponda per Kean che gli va sotto, incontro (all’interno del cerchio giallo).
 


La prima idea da fenomeno salta, ma a CR7 ne viene un’altra, sull’ultimo palleggio. Un ripiego da campione: servire Matuidi alla cieca, l’unico bianconero ormai rimasto libero. Kean assiste come spettatore. È la gavetta nel calcio, né più né meno. 



UN PROBLEMA DI INTESA? – Del resto anche Kean con Ronaldo non scherza. A ruoli invertiti, l’attaccante di razza qui sotto lo fa il baby bianconero. Su un pallone servito in verticale da Chiellini, Kean arriva in corsa dopo il taglio, seguito da Nkoulou. CR7 era andato incontro al capitano, aprendo un varco per il compagno di reparto. Sulla traiettoria del passaggio, il portoghese si gira e attacca il limite dell’area per ricevere una sponda. Ma Kean ‘sente la porta’ e controlla il pallone con l’esterno destro per aggirare subito il proprio marcatore e calciare. Un 2000 che brucia le tappe non ha tempo per la sudditanza psicologica.  



QUINDI NON SE LA PASSANO? – Dunque non se la passano, non è ancora sbocciata l’intesa? Visti i pochi minuti giocati insieme sarebbe anche legittimo. In realtà ci sono almeno due assist di CR7 che Kean avrebbe potuto sfruttare meglio. Uno in campionato, l’altro in Champions. Partiamo dal primo, di nuovo nel derby. Siamo nella ripresa e Cristiano ha appena puntato Izzo sulla sinistra. Sta per metterla in mezzo. Kean ha un vantaggio su Bremer dovuto al fatto che Nkoulou si è alzato preventivamente sul possibile rimorchio di Bernardeschi. Se passa il pallone di Ronaldo, il giovane attaccante bianconero ha una buona probabilità di segnare. Il pallone passa, sporcato da Izzo, e si impenna leggermente, ma Kean non segna. Nei movimenti in area, nello stretto e con la difesa schiacciata a protezione della porta, è ancora un po’ grezzo. Qui ingenuamente va dritto verso la rete, finché trova la resistenza di Bremer, bravo a frapporsi appena in tempo tra porta e uomo. Anziché anticiparlo sul corto, Kean prova a sfondare. Il difensore del Toro respinge di testa, resistendo al contatto.  



Nel secondo tempo di Juventus-Ajax invece l’unica occasione dei bianconeri l’ebbe proprio Kean, subentrato a Dybala (infortunato) dall’intervallo. Fu proprio CR7 a lanciarlo in porta, premiando uno splendido movimento del compagno di reparto. Ma se contro il Torino la coppia Ronaldo-Kean affrontava una delle difese più arcigne del campionato, qui dovevano vedersela con De Ligt, uno dei centrali più forti del momento.   



MANDZUKIC-KEAN – Concludo infine con un’ultima considerazione: se prendiamo uno ad uno i gol di Kean in questa stagione, possiamo notare come l’unico assist servito da un compagno di reparto (da un attaccante) sia stato quello proveniente dalla testa di Mandzukic in Juventus-Empoli. E forse non è stato totalmente un caso.
 


Quando c’è campo da attaccare alle spalle della difesa avversaria, Kean è micidiale. In questo caso è bravo ad intuire la seconda palla, a servirsi di una sponda di Mandzukic, che aveva nel frattempo ‘abbassato’ meravigliosamente la difesa dell’Empoli con un taglio in profondità. In poche parole ha svolto ottimamente ‘la funzione Ronaldo’. Saprà il nuovo allenatore della Juventus trovare per Kean una funzione compatibile e complementare a quella assicurata dall’alieno?