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Nella Juventus è scoppiata la Kaio Jorge-mania. Arrivato per 3 milioni (pagabili in due anni) dal Santos, i tifosi non vedono l'ora di scoprire il gioiellino del calcio brasiliano. Classe 2002, sarà la quarta punta di Massimiliano Allegri che lo aspetta alla Continassa nei prossimi giorni per studiarlo da vicino. Chi Kaio Jorge da vicino - molto vicino - l'ha già visto un paio d'anni fa, è Carmine Nunziata, attuale ct dell'Italia Under 19 ed ex ct dell'Under 17, con la quale due anni fa fu eliminato ai quarti nel Mondiale di categoria, proprio per mano del Brasile poi vincitore del torneo.

Era l'Italia di Tongya e Oristiano, di Pirola, di Barbieri e Capone. Gli Azzurrini superarono il girone dietro al Paraguay vincendo contro Messico e Isole Salomone, agli ottavi eliminarono l'Ecuador ma poi persero contro il Brasile di Kaio Jorge. Che quel giorno non segnò: "L'avevamo già studiato nei giorni precedenti, come facciamo sempre con i nostri avversari - racconta il ct Nunziata nella nostra intervista - E' un giocatore importante, forte. A 17 anni ha già gran tecnica e personalità, è intelligente nei movimenti: un regista nella fase offensiva. Inoltre sotto porta ha grande qualità, ricordo che quell'anno vinse il titolo di capocannoniere del Mondiale con 5 gol".

Ha continuato a seguirlo in questi due anni?
"Sì, e ho notato che è cresciuto dal punto di vista fisico perché a 17 anni non aveva ancora sviluppato un livello muscolare come oggi. Ma è normale, si vede anche nei nostri ragazzi: in uno o due anni, in quella fascia d'età, si cresce sia dal punto di vista muscolare che mentale".

Quale giocatore le ricorda?
"Ha le caratteristiche di Gonzalo Higuain, giocatori intelligenti, bravi nei movimenti. Kako sa giocare spalle alla porta ma è bravo anche ad attaccarla, mi ricorda Higuain ma anche Firmino del Liverpool".

Nel Mondiale Under 17 del 2019 segnò in tutte le partite tranne che contro l'Italia. Come si ferma?
"Noi avevamo una buona difesa e abbiamo cercato di limitarlo. Prima della partita avevo fatto vedere ai miei difensori dei video degli attaccanti avversari, per capire come posizionarsi per fermarli. A Kaio era meglio fargli arrivare il pallone addosso piuttosto che dargli la profondità, quella non dovevamo concedergliela".

Qual è la sua qualità migliore?
"Ne ha diverse, ma tra tutte dico una buona gestione del pallone e l'intelligenza tattica nei movimenti".

E un aspetto che deve ancora migliorare?
"Non ha particolari difetti, anche se un ragazzo di 19 anni ha ancora ampi margini di miglioramento. Forse può migliorare sul colpo di testa, anche perché non è altissimo".

Qual è il ruolo ideale di Kaio Jorge?
"Può fare sia la prima che la seconda punta".

Nella Juventus ci sono due giocatori che lei conosce molto bene per averli allenati nelle Under: due Nicolò, Fagioli e Cudrig, appena arrivato per l'Under 23.
"Sono due ragazzi con i quali ho vissuto esperienze importanti facendo una finale con tutti e due. Fagioli lo sento ancora, credo sia un gran talento che gioca con una facilità che hanno in pochi. Con i piedi fa quello che vuole, secondo me è pronto. Quando l'ho avuto io, Cudrig doveva ancora svilupparsi a livello fisico. Era già alto, ma non aveva ancora la struttura muscolare come quella che ha oggi".

La sua esperienza sulla panchina dell'Under 19 è stata frenata dal Covid, cosa si aspetta dalla nuova stagione?
"Speriamo di riuscire a ripartire, perché l'anno scorso abbiamo fatto una sola partita. E' stata un'annata un po' complicata, ci porteremo dietro alcune difficoltà perché nonostante abbiano giocato, i ragazzi hanno avuto poca esperienza in campo internazionale. E due anni così si sentono. Mi auguro di ricominciare a fare più partite possibili e di costruire quelle mentalità che finora non abbiamo avuto modo di trasmettere".

Nell'Italia di Mancini che ha vinto l'Europeo c'erano alcuni ragazzi che conosce molto bene?
"Sì, li ho allenati da vice ct dell'Under 21. Da Donnarumma a Insigne, passando per Immobile, Locatelli, Bernardeschi, Berardi... Li ho visti crescere dall'Under 15 alla Nazionale A, per me è un orgoglio ma sono contento soprattutto per loro, che si meritano questo grande successo. Ne approfitto per fare anche i complimenti a Mancini, che ha giocato il calcio migliore di tutto l'Europeo".