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I divorzi non sono come i matrimoni: spesso, non si fanno in due. Ancor più spesso, non importa di chi è la colpa. Conta solo il dolore prima e rialzare la testa poi. La Juve e Sarri hanno seguito, in questo senso, l'iter più classico: c'è stata innanzitutto la reciproca consapevolezza di non poter proseguire il rapporto, poi una parte, quella bianconera, ha forzato l'altra all'addio. Questo è il momento degli strascichi: dagli occhiali rosa della felicità si è passati alle lenti a specchio in cui si riflettono solo colpe e difetti altrui. Non sorprenda allora il livore con cui Sarri ha raccontato la sua verità, nell'intervista fiume su Sportitalia. Non sorprendano le bordate ai dirigenti e anche le prime ammissioni sulle sue mancanze, seppur tra le righe. 

NON SI E' DIVERTITO - Una frase snobbata eppure così devastante è stata sull'umore nero avuto a Torino: "Ti sei divertito più a Torino o a Londra? Mi sono divertito a Napoli". Secca e netta, tagliente come il fraseggio di quella squadra a tratti perfetta. Perfetta, la Juve, non lo è mai stata: anche per demeriti dell'allenatore, sceso a compromessi già a ottobre, con se stesso e con il suo staff. "Sarei andato via comunque", il sunto del suo aneddoto: e tanto vale vincere lo scudetto. Giustissimo. Snaturatosi, Sarri ha però perso il piglio del comandante arrivato dal basso e si è consegnato all'elite. Vorrebbe dare la colpa ai dirigenti, ma questa è solo sua responsabilità. Così come lo è aver accettato una panchina da gestore in una situazione in cui non c'era da fare nient'altro per inserirsi e "appassionarsi", sale del suo quieto vivere. Cosa buona e giusta, quella che ha aggiunto subito dopo: quest'anno sarebbe stato perfetto per lui, perché ci sono giovani ed è tornata la fame di vittoria. La sensazione è che Sarri non è stato, o sarà mai, perfetto per la Juventus. Non esistono matrimoni senza compromessi. E i compromessi si fanno sempre per amore. Eccolo, l'elemento scatenante, per tutto e tutti: è arrivato da straniero e ha voluto mantenere il suo status. Come poteva mai sentirsi a casa? La rivoluzione d'ottobre sarrista è stata la più triste di tutte: un 'mea culpa' avrebbe sistemato anche un po' di coscienza.